lunedì, maggio 16, 2011

giovedì, ottobre 14, 2010

12 anni dopo.. Luce..

ENNA, 13 OTT - La polizia ha fatto luce su una faida interna a Cosa nostra nell'Ennese che 12 anni fa portò all'uccisione di un boss emergente. Giuseppe Melilli, il cui corpo fu cremato in fusto pieno di gasolio per occultare il delitto, fu giudicato 'colpevole' di aver rilevato un impianto di produzione di calcestruzzo nella zona del Dittaino in concorrenza con un altro affiliato allo stesso clan della zona. Quattro presunti autori del delitto erano gia' detenuti, al quinto le squadre mobili di Enna e Caltanissetta hanno notificato gli arresti domiciliari.
Fonte: ANSA

Sconosciuto l'autore del "papello"

PALERMO - Resta sconosciuto l'autore del "papello", lo scritto che proverebbe il tentativo di patto tra mafia e Stato. Del documento, analizzato dalla Scientifica, al momento, si sa soltanto che proviene da un'unica mano. Sono le conclusioni dei consulenti della procura di Palermo, gli ispettori Maria Caria e Marco Pagano, che questa mattina hanno deposto al processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu accusati di favoreggiamento alla mafia. I due tecnici hanno esaminato 55 tra scritti attribuiti dai pm all'ex sindaco Vito Ciancimino e pizzini che proverrebbero dal Boss Provenzano. I consulenti hanno esaminato davanti al tribunale i singoli documenti tra i quali il papello. "Su 27 elementi di comparazione forniti - hanno detto - solo 8 erano utili, perché gli altri erano o semplici firme o scritti in corsivo, mentre il papello è vergato in stampatello". Quindi l'esame ha escluso con certezza l'attribuzione del documento solo ad otto dei soggetti analizzati. Per gli altri gli elementi di comparazione non sono sufficienti. Tra i campioni di confronto c'erano scritti, tra gli altri, dei boss Totò Riina, Pietro Aglieri e Antonino Cinà. A don Vito è sicuramente riconducibile, invece, il cosiddetto contropapello, scritto dall'ex sindaco dopo aver letto le richieste a suo dire folli fatte da Riina allo Stato nel papello. E sempre di Vito Ciancimino, secondo i consulenti, sono tutti gli altri documenti depositati dai pm tra i quali il foglietto in cui si legge "on. Berlusconi metterà a disposizione una sua rete televisiva".
Fonte: La Sicilia

mercoledì, ottobre 13, 2010

Arrestato membro degli Aparo

SIRACUSA. Nunzio Salafia, 60 anni, indicato come elemento di spicco della cosca Aparo, è stato arrestato da agenti della squadra mobile della Questura di Siracusa. Deve scontare tre anni e due mesi di reclusione di una condanna a 8 anni e sei mesi per associazione mafiosa ed estorsione.
Fonte: gds

Sequestro per un mln di euro

Palermo, 12 ott. - Beni per un valore complessivo di oltre un milione di euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo. Si tratta di appartamenti, conti correnti bancari, libretti di deposito e titoli azionari, riconducibili ad Accursio Dimino, 52 anni, attualmente detenuto. L'uomo di professione insegnante, e' ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco di Cosa Nostra agrigentina. Il suo ruolo era quello di reclutare nuovi affiliati da inserire in Cosa nostra.
Fonte: Adnkronos

mercoledì, settembre 29, 2010

12 Ottobre...

Palermo, 28 set. - E' terminata con la deposizione in aula del generale Mario Parente, vice comandante del Ros l'udienza del processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, entrambi accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano nel '95.
Prima di Parente e' stato sentito in aula il generale Antonio Subranni, ex comandante del Ros. Il processo e' stato rinviato al prossimo 12 ottobre per sentire i periti dell'accusa e della difesa sui 'pizzini' e sui documenti consegnati da Massimo Ciancimino alla Procura di Palermo.
Fonte: Adnkronos

Agguato a Siracusa

Siracusa, 29 set. - Un giovane di 26 anni, V.G.,ritenuto dagli investigatori affiliato al clan mafioso Attanasio, e' morto a causa delle ferite riportate in un agguato avvenuto la notte scorsa alla periferia di Siracusa. Un sicario lo avrebbe avvicinato sparandogli diversi colpi di pistola. Trasportato in ospedale, il 26enne e' morto dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico.
Fonte: Adnkronos

lunedì, settembre 20, 2010

Il "tesoretto" di Brusca

PALERMO - Il boss Giovanni Brusca, uno degli esecutori materiali della strage di Capaci poi diventato collaboratore di giustizia, è indagato dalla Direzione distrettuale Antimafia di Palermo per riciclaggio, fittizia intestazione di beni e tentata estorsione aggravata. I Carabinieri del gruppo di Monreale stanno infatti eseguendo una serie di perquisizioni domiciliari nelle province di Palermo, Roma, Milano, Chieti e Rovigo nell'ambito di un'inchiesta che coinvolge anche alcuni familiari e persone vicine al boss. L'indagine è scaturita da una serie di intercettazioni effettuate dagli investigatori nell'ambito della cattura del latitante Domenico Raccuglia che hanno fatto emergere la disponibilità, da parte della famiglia Brusca, di beni che non sono ancora stati individuati. Giovanni Brusca, capo del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato, è stato arrestato il 20 maggio del 1996 mentre era latitante con la famiglia a Cannatello (Agrigento). Oltre che per la strage di Capaci nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesco Morvillo e tre agenti di scorta, il boss è stato condannato come mandante del sequestro e dell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino che insieme a Brusca era tra gli organizzatori dell'attentato a Falcone. Gli investigatori sarebbero alla ricerca del "tesoro" accumulato illecitamente da Giovanni Brusca, che è tuttora sottoposto al programma di protezione, e dai suoi familiari. L'ex boss è indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che ha disposto perquisizioni in tutta Italia, per riciclaggio, fittizia intestazione di beni ed estorsione. Il boss di Altofonte Domenico Raccuglia, considerato il numero 2 di Cosa Nostra, era stato arrestato dalla polizia il 15 novembre del 2009 a Calatafimi (Trapani) dopo 13 anni di latitanza. Proprio dalle indagini nei confronti di Raccuglia sarebbe emersa l'attività di riciclaggio ed estorsione svolta dal clan Brusca. Intanto, i carabinieri di Monreale hanno trovato una grossa somma di denaro - circa 200mila euro in contanti - a casa della moglie di Giovanni Brusca. La casa della donna, che vive col figlio in una località segreta ed è sottoposta al programma di protezione, è stata perquisita dai militari dell'Arma che sospettano che l'ex capomafia abbia accumulato un vero e proprio tesoro, sottraendolo agli inquirenti con intestazioni fittizie a prestanomi. Perquisite anche la cella di Brusca e le abitazioni dei cognati e di conoscenti, in tutto una decina di persone, dove sarebbe stati trovati documenti che gli investigatori giudicano "importanti".
Fonte: La Sicilia

Bruciata l'auto di Di Martino

PALERMO. "Nei prossimi giorni la commissione Antimafia sarà a Niscemi. E' necessario accendere i riflettori su quello che sta accadendo e non lasciare solo il sindaco, Giovanni Di Martino, che sta portando avanti un lavoro straordinario". Lo dice Lillo Speziale, presidente della commissione regionale Antimafia, che esprime la propria solidarietà al sindaco di Niscemi (Caltanissetta), cui è stata bruciata l'auto. "Chiedo al Prefetto - aggiunge - di una convocazione straordinaria del Comitato per l'ordine e la sicurezza per valutare e discutere ogni iniziativa necessaria ad garantire la sicurezza in un territorio che è diventato teatro di troppe intimidazioni e segnali pericolosi".
Oggi, intanto, si riunisce la conferenza provinciale dei sindaci. Previsto anche un corteo di solidarietà che attraverserà le vie del centro storico.
Fonte: gds

Un "dimenticato"...

Palermo, 18 set. - Ci sara' anche il Rosario Livatino del film ''Il Giudice ragazzino'' ai lavori del convegno ''Etica, Carita' e Giustizia nell'azione giudiziaria'', in programma il 21 settembre alle 16.30 presso il Teatro Sociale di via Capitano Ippolito, a Canicatti', in coincidenza del 20esimo anniversario del barbaro omicidio del magistrato del Tribunale di Agrigento.
Giulio Scarpati, il noto attore romano rimasto molto legato alla figura del personaggio che ha interpretato assieme a Sabrina Ferilli nel film per il cinema e poi dato in tv nel 1994, partecipera' alla manifestazione in memoria del giudice.
Scarpati nelle sue numerose interviste, contenute anche nel film-documentario ''Luce Verticale. Rosario Livatino. Il Martirio'' del regista Salvatore Presti, si e' sempre dichiarato ''profondamente colpito dalla personalita' e dai valori di Rosario Livatino che vanno ben oltre l'affettuosita' scenica al personaggio. Livatino per me e' andato oltre ed e' entrato a far parte di me''.
Non sara' comunque solo Scarpati ad impreziosire i lavori dei due giorni di convegno organizzati per ricordare il 21 settembre ed ancor piu' il 25 settembre anche le figure dell'alto magistrato Antonino Saetta ucciso con il figlio Stefano.
Oltre ai relatori saranno ospiti in sala e tra i ''premiati'' personalita' di primo piano della magistratura, delle istituzioni, delle forze dell'ordine, della cultura, del volontariato e dell'associazionismo nonche' della societa' civile.
Fonte: Adnkronos