martedì, marzo 07, 2006

Arrestati due sindaci e due imprenditori

PALERMO - Manager di una società romana, professionisti, imprenditori, politici e commercianti sono stati arrestati questa mattina su richiesta della Dda di Palermo nell'ambito di una operazione congiunta dei carabinieri del Comando provinciale e della squadra mobile del capoluogo siciliano. Gli arresti sono stati effettuati nelle province di Palermo, Roma, Catania, Modena e Ravenna. I provvedimenti cautelari firmati dal gip Pasqua Seminara sono 18 e gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione e corruzione.L'operazione coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo Giuseppe Pignatone, Michele Prestipino, Maurizio de Lucia e Antonino Di Matteo, ruota attorno alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Campanella, ex presidente del Consiglio comunale di Villabate, sciolto per sospette infiltrazioni mafiose nel 2001 e nel 2003 e di Mario Cusimano, indicato come un elemento di spicco della famiglia mafiosa di Villabate.L'inchiesta punta ai retroscena per la realizzazione del piano commerciale di Villabate all'interno del quale era prevista la costruzione di un grande centro commerciale, che avrebbe offerto almeno mille posti di lavoro. Di questo progetto si stava occupando una società di Roma i cui vertici sono stati arrestati stamani per corruzione. Con loro anche due architetti incaricati di realizzare il piano e, infine anche il sindaco di Villabate, tutti accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.In manette è finito anche l'attuale reggente della famiglia mafiosa di Villabate e diversi affiliati alla cosca. I flussi finanziari relativi a diverse tangenti sono stati ricostruiti dai finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Palermo che collabora alle indagini. I carabinieri hanno arrestato l'ex sindaco di Catania, Francesco Lo Presti, di 63 anni, accusato di corruzione. Il politico è titolare di una società di intermediazione in cui sarebbero transitate tangenti di cui ha parlato il collaboratore di giustizia Francesco Campanella. Lo Presti, esponente del Psdi poi confluito nel Ccd, è stato sindaco di Catania dal 10 marzo al 27 giugno del 1992, alla guida di una giunta Dc-Pri-Pli. In passato è stato indagato ma poi prosciolto, in qualità di assessore della giunta Bianco del 1990, nell'inchiesta sulla gestione dell'Agenzia per lo sviluppo economico e occupazionale. Nel 1996 Lo Presti è stato indagato per corruzione per una presunta tangente da 1,5 miliardi di lire che sarebbe stata chiesta ai titolari di due consorzi edili. In quell' occasione i vertici del Ccd lo espulsero dal partito.Insieme a Lo Presti, arrestato a Catania, è finito in carcere anche l'ex sindaco di Villabate, Lorenzo Carandino, di 36 anni, accusato di concorso in associazione mafiosa. Carandino è rimasto in carica fino al 2003, quando il comune di Villabate è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.I manager della Asset srl di Roma, Paolo Pierfrancesco Marussig, di 56 anni, e Giuseppe Daghino, di 47 anni, sono stati arrestati a Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla famiglia mafiosa di Villabate. I due provvedimenti sono stati eseguiti a Roma dai militari del Comando provinciale della Capitale e da quelli del capoluogo siciliano. Marussig e Daghino erano soci e di fatto, come emerge dall'inchiesta, entrambi amministratori della "Asset development srl" che era stata incaricata di progettare e realizzare un grande centro commerciale a Villabate, attorno al quale sarebbero ruotati gli interessi dei boss mafiosi della zona. Entrambi gli arrestati sono accusati di corruzione. Il giudice ha concesso loro gli arresti domiciliari. Giuseppe Daghino è indicato come il managing partner Asset Group, che ha uffici a Roma, Milano e Torino.L'inchiesta sulla famiglia mafiosa di Villabate si è estesa anche all'Emilia Romagna. I carabinieri dei reparti operativi di Modena e Ravenna hanno arrestato a Nonantola (Modena), Vincenzo Alfano, di 48 anni, originario di Palermo, e Giampiero Pitarresi, di 30, bloccato a Massa Lombarda (Ravenna). Entrambi sono accusati di associazione mafiosa. Pitarresi è titolare di attività imprenditoriali che sarebbero collegate ai boss di Villabate, in particolare con Antonino Mandalà. È accusato anche di "avere fatto parte del gruppo che in più occasioni ha fornito ausilio al boss latitante Bernardo Provenzano in occasione delle trasferte che ha svolto in Francia per sottoporsi a cure mediche specialistiche". Vincenzo Alfano è accusato di avere messo a disposizione della famiglia mafiosa di Villabate le proprie società, tra le quali la C.G.A. Costruzioni, "al fine di acquisire appalti pubblici e di reinvestimento di ingenti somme di denaro di provenienza illecita".L'operazione ha messo in luce vari aspetti criminali della famiglia mafiosa di Villabate. L'inchiesta intreccia gli affari dei boss con la politica e l'imprenditoria e mette in risalto le protezioni date alla latitanza del capomafia Bernardo Provenzano. Uno dei 18 provvedimenti richiesti dai pm della Dda riguarda Antonino Mandalà, ritenuto il capomafia di Villabate e padre di Nicola, arrestato nel gennaio dello scorso anno perchè accusato di avere organizzato il viaggio di Provenzano a Marsiglia, dove il boss è stato sottoposto ad intervento chirurgico.L'uomo, che già in passato era finito in carcere per mafia ed è sotto processo insieme al deputato di FI, Gaspare Giudice, è adesso nuovamente accusato di associazione mafiosa. Mandalà è stato uno dei primi politici in Sicilia che istituì un club di Forza Italia a Villabate, poi chiuso dal partito.Secondo i pentiti Francesco Campanella e Mario Cusimano, il boss Antonino Mandalà, detto "l'avvocato", aveva grande influenza sulla gestione dell'attività comunale, tanto che imponeva al sindaco Lorenzo Carandino, arrestato stamani per concorso in associazione mafiosa, scelte amministrative, in particolare sul nuovo piano commerciale che il consiglio comunale doveva varare per far realizzare il centro commerciale su cui ruotano interessi di boss, politici e manager Perquisizioni sono in corso in diverse zone della Sicilia, a Roma, Bologna e Modena.
7 Marzo 2006

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grrrr.... Per colpa della mafia siamo costretti a vivere nell'arretratezza!! Il centro commerciale di Villabate poteva essere un'ottima occasione per una crescita economica e sociale, se portato avanti in modo "pulito". Spero vivamente che il progetto venga rilevato da gente onesta che e che venga comunque portato a termine.

Anonimo ha detto...

Hai ragione io sono di Villabate e me ne sono scappato per la disperazione adesso da 7 anni vivo a Milano e quando leggo delle notizie che fanno male alla Sicilia divento un matto, peccato per noi Siciliani onesti, che siamo costretti a fuggire. Complimenti per il Blog.IO da poco ho aperto il mio www.sicilianiemigranti.blogspot.com