lunedì, aprile 24, 2006

Provenzano incontra i familiari

PALERMO - Il boss Bernardo Provenzano ha ricevuto oggi in carcere la prima visita dei familiari da quando è stato arrestato. La moglie del capomafia, Saveria Palazzolo e i figli Angelo e Francesco Paolo Provenzano, sono entrati stamani nel carcere di Terni in cui il vecchio padrino corleonese è rinchiuso al 41 bis.
Nei giorni scorsi i pm Marzia Sabella e Michele Prestipino avevano accolto la richiesta di colloquio avanzata dai familiari tramite l'avvocato Franco Marasà, difensore del boss.L'incontro è durato circa un'ora. La visita è cominciata alle 12,30 e si è svolta in una saletta separata rispetto alle altre aule colloqui del carcere di Terni, dove è detenuto il boss dei boss di Cosa Nostra. Provenzano non ha potuto abbracciare la compagna e i figli: il colloquio si è svolto infatti attraverso un vetro divisorio, così come previsto per i detenuti in regime di 41 bis (il cosiddetto 'carcere duro'). Jeans, camicetta scura, giubbetto blu e occhiali da vista, Saveria Palazzolo, 65 anni, ha visto il compagno senza - almeno apparentemente - tradire alcuna emozione. La donna, accompagnata dai figli, si è presentata in mattinata all' ingresso del carcere in taxi. I detenuti in 41 bis hanno diritto ad un solo colloquio al mese con i propri familiari. Provenzano, subito dopo l'arresto, aveva fatto richiesta di incontrare la compagna e i figli.Gli agenti della polizia scientifica dell' Ert hanno ripreso il proprio lavoro nel covo dov'è stato catturato il boss Bernardo Provenzano, nella masseria di contrada Montagna dei Cavalli a Corleone. Questa mattina gli esperti hanno caricato su un furgone due poltroncine e altri piccoli mobili che si trovavano nella casa dove si rifugiava il padrino ed hanno ispezionato con sonde il pozzo fuori dalla masseria. Nella zona, come invece preannunciato, non sono giunte ruspe o escavatori per lavori di sbancamento.Agenti di polizia in tuta mimetica hanno levato arbusti e sterpaglie attorno al covo. Gli esperti dell'Ert hanno ripulito soprattutto l'area adiacente al bagno della casa che è vicina ad alcuni tetti di piccole stalle costruite con legno e lamiera.Intanto una ditta privata, per conto del Comune di Corleone, sta sistemando l'illuminazione lungo la stradella che dalla strada comunale porta anche alla masseria dove si nascondeva il latitante. I poliziotti stanno svuotando la casa per prepararsi ad eventuali scavi all' interno. Su un furgone della polizia di Stato oltre alle poltroncine sono stati caricati un divano di vimini, un armadio, una specchiera, due reti da letto. I poliziotti davanti alla casa hanno squarciato un materasso matrimoniale per vedere se contenesse qualcosa.
24/04/2006

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