venerdì, giugno 09, 2006

Processo "trash", chiamato a deporre Martelli

PALERMO - "La lotta alla mafia fu il perno della campagna elettorale per le politiche del 1987 condotta dal Psi in Sicilia. Non mi è mai stato offerto alcun appoggio elettorale da parte di Cosa nostra e non ho mai conosciuto Angelo Siino". Lo ha detto l'ex ministro Claudio Martelli, deponendo al processo "Trash", che vede imputate 31 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, abuso d'ufficio, turbativa d'asta ed illecita aggiudicazione degli appalti.
Tra gli imputati anche il capomafia Bernardo Provenzano, che ha partecipato al dibattimento in videoconferenza dal supercarcere di Terni, nonché l'ex boss ora collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, il "ministro dei lavori pubblici" di cosa nostra Angelo Siino, anche lui pentito, ed il socialista Manlio Orobello, ex sindaco di Palermo.
Martelli, citato come teste a difesa di Orobello, ha negato di avere conosciuto Siino. "Fui scortato - ha detto - durante tutta la campagna elettorale dalla polizia e dai compagni di Partito: come avrei potuto andare a casa di Siino per parlare di voti? Siccome le voci su un mio presunto incontro con Siino continuavano a circolare - ha aggiunto - andai a parlare con Caselli, quando lui era procuratore di Palermo, per chiedergli di fare luce sulla vicenda e di accertare che si trattava di falsità ma lui mi rispose che quella non era una priorità del suo ufficio. Io, però, non mi diedi per vinto - ha spiegato l'ex Guardasigilli - e mi rivolsi all'autorità giudiziaria competente, che era Caltanissetta. Andai dal procuratore Tinebra perchè accertasse se ci fossero state delle omissioni da parte della procura di Palermo. Non ho mai saputo come andò a finire quell'inchiesta ma se lo si volesse davvero accertare non sarebbe difficile scoprirlo".
Martelli ha ribadito, più volte, che la lotta alla mafia fu una delle priorità della campagna elettorale del 1987. "Volevamo dare - ha continuato - un forte segno di rinnovamento, volevamo fugare ogni ombra. Per evitare confusioni, che potevano nascere dal nostro impegno nel referendum sulla "giustizia giusta" e per far capire che la nostra era una battaglia in favore dei diritti e non dei delitti, fummo spinti anche a fare delle scelte. Ad esempio quando Pannella, che era con noi nella campagna referendaria, mi invitò a recarmi all'Ucciardone ad incontrare i detenuti, decisi, anche consigliato dai compagni di partito siciliani come Orobello, di non andare per evitare che in certi ambienti si pensasse che ci recavamo lì a cercare voti".
Martelli ha poi ricordato l'attività legislativa antimafia promossa durante il periodo in cui guidava il ministero della giustizia, "provvedimenti normativi - ha detto - da me firmati su ispirazione anche di Giovanni Falcone". L'ex esponente socialista, smentendo le dichiarazioni del pentito Calogero Pulci, ha negato di avere mai ideato riforme in senso garantista del reato di associazione mafiosa. "Certo - ha aggiunto - fui firmatario del referendum sulla giustizia giusta dopo il caso Tortora e le storture nella gestione del maxiprocesso alla camorra. Si diceva che eravamo particolarmente garantisti, in realtà, sostenevamo la responsabilità civile dei magistrati che avessero commesso errori ed eravamo critici nei confronti dei maxiprocessi anche se, parlando con Falcone, capii che il maxiprocesso di Palermo aveva dietro una cura investigativa ben diversa rispetto a quello di Napoli".
Martelli ha poi ricordato i suoi rapporti con Falcone. "Lo conobbi - ha raccontato - nel 1986. Un pomeriggio nel suo ufficio bunker mi impartì una lezione su cosa fosse la mafia. Io, da milanese, ne avevo un'idea un pò romanzesca, fu lui a spiegarmi che non eravamo davanti a una lobby qualunque ma che si trattava di una associazione che ricatta ed uccide e sull'intimidazione costruisce la sua forza".
Al processo trash oggi avrebbe dovuto deporre anche Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, Vito. Ma il testimone è stato arrestato questa mattina. Alle domande del pm ha risposto anche Giuseppe Biondolillo, che sconta un ergastolo definitivo per omicidio. L'udienza è stata rinviata al 22 giugno prossimo.
08/06/2006

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