sabato, agosto 05, 2006

Tre arresti a Riesi

CALTANISSETTA - Tre persone ritenute vicine alla cosca di Riesi sono state arrestate con l'accusa di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti i tre avrebbero gestito illecitamente appalti e forniture ai cantieri edili della zona. I tre ordini di custodia cautelare in carcere sono stati emessi dal gip del Tribunale di Caltanissetta Giovambattista Tona.Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa e secondo gli inquirenti sarebbero affiliati alla cosca mafiosa che controlla il territorio di Riesi. L'indagine ha messo in luce il fatto che i boss di cosa nostra, nell'ottica di ottenere sempre maggiori profitti, si sono integrati nel tessuto produttivo e imprenditoriale con imprese riconducibili a loro affiliati, in virtù del quale, secondo gli inquirenti, "hanno ottenuto appalti e forniture in un contesto pressochè privo di concorrenza, alla luce del capillare controllo territoriale esercitato dalle cosche". I provvedimenti cautelari hanno riguardato Salvatore Paterna, di 44 anni, di Riesi, impiegato della Calcestruzzi Spa di Riesi, Giuseppe Ferraro, di 46, proprietario della cava "Billiemi" a Riesi e Giuseppe Giovanni Laurino, inteso "ù Gracciato", di 49 anni, a cui gli investigatori hanno notificato l'ordine di custodia cautelare in carcere perchè già detenuto per altra inchiesta.I carabinieri e i finanzieri hanno anche sequestrato gli impianti di produzione di calcestruzzo di Riesi e Gela di proprietà della Calcestruzzi Spa, che fa capo al gruppo Italcementi, e la cava di inerti di Ferraro. Il valore complessivo dei beni che adesso saranno gestiti da un amministratore giudiziario è di circa quattro milioni di euro.Numerose anche le perquisizioni effettuate dai carabinieri e dai finanzieri, non solo in provincia di Caltanissetta, dove sono stati eseguiti gli arresti, ma anche in altre città della Sicilia, della Lombardia e a Napoli. L'operazione è stata denominata "Doppio colpo". Le indagini, sviluppate attraverso attività di intercettazione telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, acquisizioni documentali, hanno avuto anche il contributo fornito da collaboratori di giustizia.I risultati di questa inchiesta hanno permesso agli inquirenti di accertare l'esistenza di infiltrazioni mafiose all'interno di alcuni rami di azienda della Calcestruzzi Spa. Per questo motivo i pm della Dda di Caltanissetta hanno iscritto nel registro degli indagati la stessa Calcestruzzi spa, accusata di associazione mafiosa e falso in bilancio.È la prima volta che per un reato di mafia viene utilizzata questa nuova metodologia di indagine che coinvolge direttamente l'azienda. L'avviso di garanzia, per questo motivo, è stato notificato a Bergamo al legale rappresentante della società, Pierfranco Barabini. Secondo il gip di Caltanissetta, la Calcestruzzi spa ha svolto attività di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra. Sono in corso perquisizioni in abitazioni e uffici, anche presso le sedi direzionali e gli impianti di produzione della Calcestruzzi Spa.Tra gli indagati emerge la figura di Giovanni Giuseppe Laurino, il quale, secondo gli inquirenti, oltre ad essere accusato di associazione mafiosa è risultato essere il riferimento della cosca di Riesi per la cura di interessi illeciti legati alla locale sede della Calcestruzzi spa. La Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ha dunque disposto perquisizioni e sequestri di documentazione contabile presso la sede centrale dell'azienda a Bergamo e negli stabilimenti che si trovano in Sicilia e in Lombardia, e quelli relativi a documentazione bancaria detenuta in alcuni istituti di credito.
28/07/2006
Fonte: La Sicilia

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