venerdì, settembre 01, 2006

Ancora sull'omicidio Calcagno

Nord-Sud, 1 mln per zittire la mafia.
La realizzazione dell'arteria vicino Nicosia al centro della guerra tra le due fazioni di Cosa Nostra.
Cento miliardi di lire per un tratto di circa 4 chilometri. Questa la somma finanziata dall'Anas per la realizzazione della "Nicosia nord - Vigneta", lotto della strada destinata a collegare la costa Nord dell'Isola con quella Sud, Santo Stefano di Camastra con Gela, tagliando in perpendicolare e attraversando le province di Messina, Enna e Caltanissetta. Cento miliardi che con la "messa a posto", la tangente di circa il 2% imposta da Cosa nostra alle imprese che svolgono i lavori, sono un milione di euro ai quali si aggiungono poi gli introiti per le forniture di materiali, appannaggio esclusivo di imprese "vicine alle famiglie" del territorio dove ricade il cantiere. Questo l'affare che ruotava intorno ai lavori della Nord Sud, ancora in corso a Nicosia, lavori che in questi anni, tra perizie di variante e imprevisti in corso d'opera sono levitati di circa il 40%. Comprensibile quindi che gli "appetiti" di "Tano U liuni" su quei lavori e le sue disposizioni a Domenico Calcagno di provvedere a riscuotere per la cosca di Enna, scatenassero le ire di Raffaele Bevilacqua e dei catanesi del clan Santapaola, che già provvedevano a riscuotere le tangenti su tutti i lavori svolti dalla Ira Costruzioni. Calcagno "ci scassa tanto" che di lui Alfio Mirabile dirà "Ma questo è una cosaccia, cosa da ammazzarlo veramente". La "Gransecco 2" con la quale dal Dia di Caltanissetta e il comando provinciale dei carabinieri di Enna hanno fatto luce sul delitto di Domenico Calcagno, è intrecciata a doppio filo a un'altra inchiesta, la "Dionisio", condotta dalla Dda di Catania e che lo scorso luglio ha portato a 83 arresti. Tra gli indagati di quell'operazione c'è anche Raffaele Bevilacqua e proprio per le tangenti imposte alla Ira Costruzioni sui cantieri in provincia di Enna. Sui lavori della superstrada Nord Sud e del lotto in corso di realizzazione a Nicosia, nel quale la Fe Ira aveva in subappalto il grosso delle opere, come già emerso dall'operazione Dionisio, era sorta una "grana" di competenze territoriali della quale si parla in diverse intercettazioni ambientali che già sono alla base dell'operazione "Dionisio". Calcagno aveva creato grossi problemi con le inopinate interferenze nella riscossione delle tangenti sui cantieri della Ira Costruzioni in provincia di Enna, scatenando la reazione del rappresentate provinciale Raffaele Bevilacqua e dei vertici della cosca catanese. E' Bevilacqua che nel novembre del 2002 chiede un incontro con Francesco La Rocca che doveva tenersi a San Michele di Ganzaria, ma che viene poi spostato e quindi non sarà intercettato. Dell'incontro La Rocca discute preventivamente con Alfio Mirabile. "Aspettiamo questo discorso - dice Mirabile riferendosi all'incontro con Bevilacqua - questo Calcagno se ne è andato da Berna Nasca (n.d.r.: arrestato nel blitz Dionisio con l'accusa di essere il collettore delle tangenti tra la provincia di Enna e la cosca catanese e scarcerato dal tribunale del Riesame etneo) e gli dice siete avvicinati a me, Catania non c'entra niente e i soldi li devi dare a me". I lavori per i quali Calcagno aveva chiesto la "messa a posto" erano quelli della Nord Sud, ma la questione si era ulteriormente complicata con l'inizio di altri lavori per la realizzazione di un pozzo nella zona di Pergusa sempre appaltati alla Ira Costruzioni. Calcagno era però determinato a riscuotere le tangenti sui cantieri nell'ennese e così decide di chiedere un incontro con Mirabile tramite Pietro Iudicello, presunto boss di Ramacca. Alfio Mirabile avrebbe voluto approfittare di quell'occasione per eliminare Calcagno, ma Francesco e Filippo la Rocca, vice rappresentate provinciale di Enna poi presente al vertice con l'avvocato Bevilacqua, non sono d'accordo perché temono che l'agguato possa attirare l'attenzione degli inquirenti su Iudicello. L'incontro tra Bevilacqua, La Rocca e Mirabile non viene intercettato, ma viene invece registrata un'altra conversazione, ritenuta dagli inquirenti fondamentale, nella quale si fa il resoconto dell'incontro con il "rappresentate provinciale di Enna" Bevilacqua, e si torna a discutere dell'eliminazione di Calcagno "U pulizziamu sanu - dice Mirabile - e u unittamu direttamente".

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