lunedì, settembre 04, 2006

Anniversario Dalla Chiesa

PALERMO - Ricorre oggi il 24° anniversario dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente di scorta Domenico Russo. Era il 3 settembre del 1982, da poco erano scoccate le 21,15. I sicari entrarono in azione in via Isidoro Carini, facendo fuoco sull'auto sulla quale il prefetto viaggiava insieme alla moglie.
L'agente li seguiva a bordo di un'Alfetta. Tutti trucidati sotto una tempesta di colpi di un kalashnikov. In questi 24 anni gli investigatori, anche grazie alla testimonianza dei pentiti, sono riusciti a ricostruire la dinamica esatta della strage, ad identificare i killer ed i vertici di Cosa Nostra che ordinarono l'eccidio. Lo stesso non può dirsi per i mandanti occulti, per coloro che esercitarono le pressioni sulla cupola. Restano infatti molti i misteri sul delitto.
Le fasi dell'eccidio sono state ricostruite dai pentiti, Calogero Ganci e Francesco Paolo Anzelmo. Entrambi per la morte del generale dovranno scontare 14 anni di reclusione. L'A112, su cui si trovavano il prefetto e la moglie, venne affiancata e superata da una Bmw 518 su cui viaggiavano Antonino Madonia e Calogero Ganci. A fare fuoco con un kalashnikov fu Madonia.
Una seconda vettura, guidata da Anzelmo, seguiva il prefetto, pronta ad intervenire per bloccare l'eventuale reazione dell'agente di scorta. Russo fu assassinato da Pino Greco "Scarpuzzedda" che seguiva i suoi complici a bordo di una moto. La A112, dopo essere stata investita dal fuoco del kalashnikov, sbandò, costringendo l'auto dei killer a sterzare bruscamente a destra.
"Il ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della sua consapevole dedizione e del suo sacrificio eroico resta di monito a tenere sempre alta la vigilanza contro l'insidia della criminalità e la fiducia nelle istituzioni". Così il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda il Generale Dalla Chiesa in un messaggio al prefetto di Palermo, Giosuè Marino. "Ricordo con tristezza e dolore - scrive Napolitano - l'assassinio che, in quel tragico 3 settembre del 1982, con spietata ferocia, costò la vita al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e alla sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro, ed al valoroso agente di scorta Domenico Russò".
"L'intero Paese - aggiunge il Presidente della Repubblica - fu scosso dall'orrore di quell'atto criminoso, che apriva una fase ancora più efferata della criminalità mafiosa in una escalation eversiva volta a prevaricare e a sovvertire lo Stato e le istituzioni democratiche". "Insieme alla città di Palermo le forze sane del Paese seppero trovare la forza per reagire con quella unità che lo stesso Dalla Chiesa aveva auspicato, sulla base della significativa esperienza della lotta contro il terrorismo degli anni settanta".
"Questo impegno comune ha coinvolto - dice ancora Napolitano - i settori fondamentali della vita civile: la politica, la cultura, la magistratura, le forze dell'ordine, la scuola, l'associazionismo, le famiglie e i cittadini". "Ciò ha permesso di mettere a segno risultati significativi, colpendo l'organizzazione mafiosa e assicurando alla giustizia molti fra i suoi maggiori responsabili".
"In questo spirito, interpretando i sentimenti di tutti gli italiani - conclude Napolitano - rivolgo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo un commosso pensiero e un saluto solidale".
02/09/2006
Fonte: La Sicilia

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