lunedì, settembre 04, 2006

Don Puglisi

PALERMO - La salma di don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno sta per essere collocata nella chiesa parrocchiale a Brancaccio, il quartiere di Palermo dove fu parroco per tre anni. Lo ha annunciato l'arcivescovo Salvatore De Giorgi nel corso dell'omelia tenuta nel santuario di Santa Rosalia sul monte Pellegrino."La Congregazione delle Cause dei Santi - ha rivelato - ha accolto la mia richiesta della eventuale traslazione della sua salma dal cimitero di Sant'Orsola nella Chiesa parrocchiale di Brancaccio". "Di Don Pino Puglisi - ha aggiunto - è ancora in corso a Roma il processo "super martirio" che auguriamo abbia lo stesso esito positivo, da tutti desiderato" Padre Puglisi il 29 settembre 1990 venne nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, e nel 1992 assunse anche l'incarico di direttore spirituale presso il Seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 1993 inaugurò a Brancaccio il centro "Padre Nostro", che diventò il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. La causa per il riconoscimento del martirio si è conclusa il 6 maggio 2001; dalla fine di settembre dello stesso anno l'incartamento è all'esame della Congregazione per le cause dei Santi. Nei mesi scorsi è stata stampata la Positio, che è la raccolta delle prove testimoniali e documentali e degli atti giuridici essenziali "per poter rispondere al dubbio se veramente si può parlare di eroicità delle virtù o di martirio del Servo di Dio"."L'omicidio non doveva apparire un delitto di mafia - racconterà al processo il suo assassino, Salvatore Grigoli - bensì come l'opera di un tossicodipendente o di un rapinatore. Per tale motivo fu utilizzata una pistola di piccolo calibro e al sacerdote fu sottratto il borsello ". Prima di essere ucciso don Pino disse: "Me lo aspettavo". Grigoli che era insieme a un altro killer, Gaspare Spatuzza, gli sparò un colpo alla nuca. Per il delitto Puglisi sono stati condannati all'ergastolo Giuseppe e Filippo Graviano, mandanti e boss di Brancaccio, e Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Salvatore Grigoli, divenuto collaboratore di giustizia, è stato condannato a 16 anni. Le motivazioni della sentenza della seconda sezione della Corte d'Assise spiegarono così il movente del delitto: "Emerge la figura di un prete che infaticabilmente operava sul territorio, fuori dall'ombra del campanile...".
04/09/2006
Fonte: La Sicilia

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