venerdì, ottobre 27, 2006

Appalti pubblici in Sicilia

L'edilizia egli appalti pubblici in Sicilia sono "schiacciati dal quasi-monopolio delle cosche". La strozzatura si esercita "attraverso imprese mafiose, imprese colluse. E mediante il condizionamento sulle altre imprese". A sostenerlo è la Fondazione Rocco Chinnici, che ha messo assieme magistrati, imprenditori e accademici per la prima "analisi scientifica dell'impatto quali-quantitativo sull'economia" dell'attività dei boss. Ne è nata, col sostegno della Compagnia di San Paolo, una task force che s'insedierà domani a Palermo per coordinare le elaborazioni di un comitato tecnico-scientifico e di gruppi di studio composti da professori e magistrati.
Anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo, faranno parte dell'equipe che lavorerà per stabilire "quanto costa la mafia alla Sicilia". Oltre a Grasso e Messineo sono nel comitato tecnico-scientifico: Caterina Chinnici, procuratore presso il Tribunale per i minori di Caltanissetta e vicepresidente della fondazione intitolata al padre; Innocenzo Cipolletta, per il Centro di ricerca sui mercati finanziari della Luiss di Roma; Ettore Artioli, vicepresidente di Confindustria; Cosimo Sasso, direttore della Dia; Fabio Roia, sostituto procuratore a Milano e presidente di commissione del Csm; Alberto Tazzetti, presidente dell'Unione degli industriali di Torino; i docenti universitari Mario Centorrino, Vincenzo Militello ed Ernesto Savona.
Lo scopo, spiega Giovanni Chinnici, figlio del magistrato ucciso a Palermo nella strage del 29 luglio 1983, è "fare luce sui costi diretti e su quelli indiretti delle diverse forme criminose". Secondo Antonio La Spina, sociologo nell'università di Palermo e ricercatore senior dell'indagine, "incidono direttamente il pizzo, le tangenti, le assunzioni imposte, e indirettamente le distorsioni della concorrenza e le compressioni del business che ne derivano".
Del gruppo di coordinamento faranno parte anche il procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte, il giudice del Tribunale palermitano Antonio Balsamo e Massimo Plescia, imprenditore di Confindustria. La ricerca durerà un anno e in seguito potrà essere estesa oltre i confini della Sicilia.
Fonte: Affari italiani

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