martedì, ottobre 17, 2006

Arresti ad Adrano

CATANIA - Nove persone sono state fermate la scorsa notte durante una operazione disposta dalla procura distrettuale antimafia di Catania con l'accusa a vario titolo di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi e della loro ricettazione.
Alcuni dei provvedimenti sono stati eseguiti nel nord Italia. I fermi sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Catania e dal commissariato di Adrano. Durante l'operazione, sono state trovate armi, munizioni, stupefacenti e altro materiale ritenuto di provenienza illecita, considerato di interesse investigativo. In carcere sono finiti gli appartenenti di un gruppo emergente che, secondo i magistrati, tentava di prendere il controllo delle attività criminali ad Adrano scalzando i vecchi boss mafiosi.
Il progetto di un nuovo omicidio che stava per essere commesso nel Catanese, scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche, ha reso necessaria l'emissione dei 9 provvedimenti di fermo eseguiti questa notte. In manette è finito anche l'ex pentito Giovanni Pellegriti che, dopo avere scontato una condanna per mafia, era ora agli arresti domiciliari e aveva fatto richiesta dei benefici previsti dall'indulto. Secondo quanto accertato dagli investigatori, i nove fermati cercavano di controllare le attività criminali ad Adrano. Pellegriti, che ha interrotto la collaborazione nel 1998, avrebbe messo a servizio del gruppo la sua "esperienza" criminale.
I fermati nell' operazione, denominata "Meteorite", sono oltre a Pellegriti, i fratelli Pietro e Angelo Dell' Aquila, manovali edili rispettivamente di 30 e 34 anni, Enzo Cavallaro, un commerciante di autovetture di 34 anni, Vincenzo Mazzone, un bracciante agricolo, cugino di Pellegriti, di 37, i fratelli Antonino e Alfredo Lotta, rispettivamente di 34 e 35 anni, Nicola Ciaramidaro, di 28, e Alessandro Marchesa, di 26. La zona di Adrano, della quale è originaria gran parte dei fermati, ultimamente è stata teatro del tentativo di omicidio di Francesco Coco, avvenuto il 24 maggio scorso, del triplice omicidio di Alfio Rosano, Alfio Finoccharo e Daniele Crimi, avvenuto il 27 luglio scorso nei pressi di Bronte, e del duplice omicidio di Sebatiano Ganci e Carmelo Anzalone, avvenuto il 21 settembre scorso nelle campagne tra Adrano e Bronte.
Pellegriti è stato arrestato in una località del Piemonte, Angelo Dell' Aquila a Bergamo. Gli altri fermi sono stati eseguiti nel Catanese. I provvedimenti eseguiti nel Catanese sono già stati convalidati dal gip Granfranco D' Arrigo. Alcuni degli indagati sono stati trovati in possesso di armi. Ciaramidaro, al momento dell' arresto, avvenuto nell' aeroporto di Catania mentre attendeva i complici di ritorno dalla Spagna, è stato trovato con una pistola con il colpo in canna ed il cane alzato. Il 2 agosto scorso gli agenti del commissariato di Adrano avevano sequestrato alcune pistole a Ciaramidaro, Liotta e ad Angelo Dell' Aquila, ma non avevano proceduto all' arresto per non pregiudicare le indagini.
Un' altra pistola calibro 7,65 con la matricola cancellata, insieme con 2,2 chilogrammi di hashish ed una Citroen "C3" risultata rubata è stata trovata nell' abitazione di Ciaramidaro. Liotta è stato trovato con di 300 grammi di hashish e di un motociclo risultato rubato e Mazzone con una 7,65 e munizioni. I dettagli dell' operazione, chiamata "Meteorite" a significare l' uscita di un corpo estraneo, cioè dell' organizzazione della quale facevano parte i nove arrestati, che era composta in massima parte da incensurati ed estranei al mondo mafioso, sono stati illustrati durante un incontro con i giornalisti al quale hanno preso parte, tra gli altri, il procuratore della Repubblica Mario Busacca e il sostituto procuratore Agata Santonocito.
Santonocito ha sottolineato come sia "allarmante il fatto che persone incensurate siano riuscite a trovare lo spazio e la determinazione per affermare il loro predominio". "Se ad Adrano ci sono stati dei gravi fatti di sangue - ha detto - le forze dell' ordine non hanno mai abbassato la guardia".
17/10/2006
Fonte: La Sicilia

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