martedì, novembre 28, 2006

Parla Fratello dell'UDC...

Ha ammesso di aver chiesto voti ai mafiosi, di aver dato posti di lavoro a uomini di Cosa nostra e di aver favorito le imprese delle cosche, si è preso la sua condanna a un anno e mezzo di carcere (pena sospesa) ed è tornato ad Alcamo ad organizzare il suo movimento "I moderati" con i quali, da mesi, è già tornato alla grande sulla scena politica trapanese. Onofrio Fratello è il primo uomo politico siciliano ad aver ammesso i suoi rapporti con la mafia, ma l´ammissione di responsabilità, oltre a costituire un importante precedente giudiziario, non ha affatto comportato l´abbandono della attività. Anzi, così come le microspie degli investigatori avevano captato in una fase avanzata dell´inchiesta, forse c´è proprio la scelta di rimanere sulla scena politica alla base della decisione di ammettere buona parte degli addebiti mossigli dalla Procura di Palermo e di chiamare in causa anche altri personaggi del Trapanese. Il patteggiamento di Norino Fratello, ormai ex deputato regionale dell´Udc, già concordato all´inizio dell´estate con i pm della Dda Roberto Piscitello e Massimo Russo, è stato sancito ieri dal giudice per l´udienza preliminare Antonella Consiglio che ha condannato l´uomo politico a diciotto mesi di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Un anno invece la condanna per un altro noto esponente politico trapanese, l´ex consigliere comunale di Marsala, Vincenzo Laudicina, che ha ottenuto le circostanze attenuanti dal gup grazie alle spontanee dichiarazioni rese ai pm titolari dell´inchiesta su mafia e politica nel Trapanese. Dichiarazioni che i magistrati hanno utilizzato anche nell´inchiesta a carico di un altro ex deputato regionale dell´Udc, David Costa (che attende per il 18 dicembre la sentenza del processo che lo vede imputato di concorso esterno in associazione mafiosa) e dell´ex senatore socialista Pietro Pizzo, accusato di associazione mafiosa e voto di scambio. E proprio a David Costa e Norino Fratello la famiglia mafiosa di Marsala guidata dal boss Natale Bonafede avrebbe assicurato sostegno elettorale alle Regionali e alle Amministrative di Marsala del 2001. Prima le indagini e poi le ammissioni di Fratello hanno costituito riscontro decisivo alle dichiarazioni dell´ex vigile urbano, diventato collaboratore di giustizia, Mariano Concetto. Nel capo di imputazione per Norino Fratello, le cui contestazioni l´uomo politico ha ammesso patteggiando la pena, i magistrati della Dda hanno scritto che Fratello ha mantenuto «il costante contatto con i vertici della cosca mafiosa di Marsala, nella persona del reggente Natale Bonafede, nonché con altri esponenti di spicco di Cosa nostra». Il deputato regionale, secondo gli investigatori, attraverso l´imprenditore Vincenzo Zerilli, accusato anche lui di mafia, perché aveva rapporti diretti con il capomafia Bonafede che nel 2001 era latitante, avrebbe promesso «di adoperarsi presso organismi amministrativi al fine di conseguire le agevolazioni bancarie e i finanziamenti regionali previsti da Agenda 2000, impegnandosi in favore degli affiliati alla famiglia mafiosa di Marsala al fine di assicurare posti di lavoro in favore di loro parenti e favorire soggetti appositamente individuati nell´aggiudicazione di appalti pubblici». Lo scopo di Fratello, sostengono gli inquirenti, era di convogliare una quantità di preferenze elettorali per sostenere la propria candidatura nella lista del Ccd alle elezioni per il rinnovo dell´Assemblea regionale del 2001.
Fonte: La Repubblica

Nessun commento: