lunedì, dicembre 11, 2006

Decimato clan Rinzivillo

CALTANISSETTA - I carabinieri della compagnia di Gela e del Reparto operativo di Caltanissetta hanno eseguito 88 ordini di custodia cautelare nei confronti di presunti affiliati alla cosca mafiosa dei Rinzivillo che avrebbe gestito appalti e subappalti in diverse Regioni.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Caltanissetta, Giovambattista Tona, su richiesta dei pm della Dda, Renato Di Natale, Nicolò Marino, Rocco Liguori, Alessandro Picchi e Antonino Patti. Gli indagati, in gran parte di Gela, sono accusati di avere riciclato grosse somme di denaro per conto della famiglia Rinzivillo, proveniente dai traffici di droga, e di avere acquisito illegalmente appalti e subappalti in molte città italiane e di aver imposto anche il pagamento del pizzo a imprenditori e commercianti.Arresti vengono effettuati, oltre che a Gela, anche a Roma, che per l'accusa è diventata la base operativa dei traffici illeciti dei boss mafiosi nisseni, e poi ancora in provincia di Varese e in quelle di Brescia, Como, Padova, Savona, Pavia, Messina, Catania e Trapani. I pm hanno anche ottenuto una rogatoria internazionale con la quale vengono fermate persone pure in Spagna e Inghilterra. L'inchiesta è stata denominata "Tagli pregiati", e coinvolge anche molte donne che avrebbero ricoperto il ruolo di messaggere o intermediarie dei boss. Dalle intercettazioni ambientali emerge, inoltre, che alcuni attentatori utilizzati dalla cosche a Gela per mettere a segno intimidazioni, svolgevano i sopralluoghi ai cantieri o ai negozi da bruciare in compagnia delle mogli e dei figli, con i quali commentavano le azioni violente che avrebbero dovuto da lì a poco svolgere. L'inchiesta punta sulla famiglia Rinzivillo, che da Gela si è spostata alcuni anni fa a Roma e da qui secondo l'accusa ha coordinato le operazioni illecite che hanno portato ad accaparrarsi nel Nord Italia di centinaia di appalti e subappalti. Questa cosca da più di un anno ha scelto l'inabissamento, ha tentato di non far parlare più di sè evitando attentati e fatti eclatanti, in modo da operare in silenzio. I Rinzivillo per questo motivo avrebbero formato, in particolare, un grosso nucleo a Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove stamani sono state arrestate una decina di persone. Per gli inquirenti sarebbe una succursale di Gela da dove partivano gli uomini fidati della famiglia per gestire appalti o affari illeciti. Il gip ha disposto anche il sequestro di 21 aziende, che secondo l'accusa sarebbero state utilizzate dalla famiglia mafiosa di Gela per riciclare denaro proveniente dal traffico delle armi e da quello della droga e dalle estorsioni.Oltre a numerose ditte che si trovano a Gela, il provvedimento riguarda anche alcune società che hanno sede a Pioltello (Milano) dove è stata messa in amministrazione giudiziaria la "Amc Argento Filippo". E poi ancora la "Casisi Rocco" che ha sede a Cologno al Serio (Bergamo); una pizzeria a Roma, in via Giustiniana; "Studio G.G. di Giorgio Gallione" a Savona; "Edilstrade srl" a Gallarate (Varese); "Imprefin srl" a Busto Arsizio (Varese) e "Immobiliare Orchidea srl" a Lonate Pozzolo (Varese). Tra gli arrestati nell'ambito dell'operazione c'è anche un maresciallo dei carabinieri, Benito Zeferino, di 37 anni, cui i colleghi di Caltanissetta contestano di aver passato informazioni riservate alla criminalità organizzata di Gela. Zeferino era in servizio alla compagnia di Gela e nei suoi confronti vi sono intercettazioni ambientali che dimostrano la sua "infedeltà". Secondo l'accusa il militare ha tentato di vendere l'informativa dei carabinieri che riguardava proprio l'operazione che stamani ha portato all'arresto di 88 persone. I carabinieri nelle scorse settimane attraverso le rivelazioni di un confidente e le intercettazioni ambientali avevano scoperto le mosse del maresciallo infedele e lo hanno bloccato con un fermo di polizia giudiziaria che è rimasto coperto dal segreto investigativo fino ad oggi. L'uomo è stato trasferito nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Il gip Giovanbattista Tona ha firmato due ordini di arresto europeo nei confronti di indagati che si trovano in Inghilterra e in Spagna. Si tratta di Ann Hathaway, moglie di Antonio Rinzivillo, arrestato stamani, accusata di associazione mafiosa. La donna avrebbe svolto il ruolo di messaggera per conto del marito nel periodo in cui era detenuto e sottoposto al 41 bis. Nonostante ciò, sostengono gli inquirenti, Rinzivillo continuava a gestire la famiglia mafiosa con l'aiuto della moglie. Nei mesi scorsi la donna aveva lasciato l'abitazione di Roma e si era trasferita in Inghilterra a casa di alcuni familiari, dove adesso è stata raggiunta dall'ordine di arresto europeo. Il secondo provvedimento riguarda Salvatore D'Angiò, 36 anni, residente in Spagna, ma originario di Formia. L'uomo è accusato di avere fatto da tramite con i boss mafiosi nell'acquisto di grosse quantità di stupefacenti. 11/12/2006
Fonte: La Sicilia

Nessun commento: