sabato, gennaio 27, 2007

La vendetta si consuma a freddo

«Se uno subisce un torto che fa? Si tiene la carricata? Chi è ´sto minchia che si tiene ´a carricata? Minchia, in un momento di nervi uno… vero non lo sa quello che fa, però lo deve fare». Il "picciotto" che voleva vendicarsi di uno "sgarro" reagendo alla carricata (l´offesa, ndr) era Angelo Conigliaro, poco più di vent´anni, finito in carcere nella retata di ieri.
Era uno sfogo che il giovane faceva di fronte al nonno, 71 anni, che porta lo stesso suo nome: finora era un insospettabile agricoltore e invece si è rivelato un vero e proprio boss. In quella conversazione, Angelo Conigliaro senior consigliava al nipote di non essere «focoso» e gli ricordava che la vendetta è un piatto che va consumato freddo. Per fargli capire meglio quello che voleva dire, nonno Angelo racconta al nipote la vendetta che aveva compiuto impunemente tanti anni fa, quando aveva strangolato un "picciotto" che gli aveva procurato dei guai.
La discussione era nata per via di una serie di furti di bestiame e di formaggio nel quale erano coinvolti amici di Angelo Conigliaro che rischiavano di essere ammazzati perché l´allevatore derubato era un "uomo di rispetto" di Torretta che avrebbe potuto farsi giustizia da solo. «Io con uno quattro anni ci cummattivu - racconta nonno Conigliaro al nipote - quattro anni, e quando annagghiò (quando fu prelevato, sequestrato e portato davanti a lui, ndr) mi piangeva. Gli ho detto: "Che ci piangi ora, ´sta minchia? Piangi ora che non c´è più rimedio?". E dopo quattro anni che mi aveva torturato la vita ´un ci fu cchiù (scomparve, ndr)».
Il nonno boss ammoniva dunque il nipote che bisogna sì vendicarsi, ma «con giudizio», anche se è si debbono aspettare anni. «Uno ci deve andare con il verso - raccomanda al nipote - altrimenti è strada che non spunta, bisogna tenere il controllo e non manifestare rabbia, soprattutto nei momenti di maggiore tensione, altrimenti si va a finire in galera a vita. E se devi fare una cosa, la devi fare e devi tentare di non pagarla. Se la devi pagare che minchia la fai a fare? Uno rabbia non ne deve avere mai, deve tenere sempre tutto sotto controllo».
Per convincere il nipote che non bisogna essere «focosi», che il vero boss non perde mai la calma, Angelo Conigliaro senior gli racconta che la sua «saggezza» gli aveva consentito in tanti anni di militare nelle file di Cosa nostra, di non essere mai sospettato di essere un capomafia e di avere soltanto piccoli precedenti penali per furti compiuti negli anni Cinquanta. «E se poi uno vuole essere ancora più prudente, per commettere un omicidio senza essere incolpato può rivolgersi ai "cristiani"» (altri mafiosi, ndr). I quali avrebbero potuto sparare in faccia al malcapitato.
Fonte: La Repubblica

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