domenica, gennaio 21, 2007

Qualche informazione su alcuni "santi" siciliani....

Luigi La Cognata, di 42 anni, è un personaggio di primo piano della storia criminale gelese. In carcere da oltre un decennio, è indicato come uno dei "soldati" del boss "Piddu" Madonia. Al suo attivo ha tre condanne all'ergastolo per essere stato riconosciuto autore di altrettanti delitti maturati nella guerra di mafia dello scorso ventennio. Una condanna al carcere a vita gli è stata irrogata per la strage "Brigadieci" nella quale, nel gennaio del '91, vennero assassinati Diego Morello e Franco Dammagio. Lo scorso ottobre il Gup Giovanbattista Tona lo ha condannato all'ergastolo per gli omicidi di Antonio Cannizzaro e Giancarlo Palazzo compiuti nell'89. Non meno corposo è il "curriculum" di Nunzio Fiorisi, di 39 anni. Ai vertici della Stidda da diversi anni, il 24 aprile dell'89 scampò ad un agguato compiuto dagli allora "nemici" di Cosa Nostra nel ristorante "Logos" di via Parioli. Ha precedenti per mafia, traffico di droga, tentato omicidio, rapina ed estorsione. Il nome di Bruno Salvatore Quattrocchi, di 27 anni, è legato al duplice omicidio di Emanuele Trubia e Salvatore Sultano compiuto il 21 luglio del '99 in una sala da barba del rione San Giacomo. Per questo episodio è ancora sotto processo. Il ventisettenne Massimo Scudera ha precedenti per furto e lesioni. Gaetano Tomaselli, di 27 anni, ha precedenti per mafia ed estorsioni, lesioni e ricettazione. Lo scorso giugno i carabinieri lo hanno arrestato nell'operazione antimafia "Discovery". Davide Trubia, 24 anni, un altro degli arrestati di ieri, è fratello del neo collaboratore di giustizia Rosario Trubia, alias "Nino d'Angelo". Seppur ancora molto giovane, Davide Trubia ha avuto parecchie disavventure con la giustizia per mafia, tentata estorsione, estorsione e rapina. Ed è anche noto alle cronache Gianluca Pellegrino, di 22 anni. Esponente del gruppo Emmanuello, il nome di Pellegrino è legato all'inchiesta "Maestrale". Ma ha precedenti per lesioni, furto, traffico di droga e minaccia. Meno carismatica è la figura del niscemese Roberto Monelli, di 38 anni, nel cui passato figurano anche truffa, falso e ricettazione.
Fonte: La Sicilia

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