giovedì, febbraio 22, 2007

Caruso sul 41 bis

Roma - Il regime del 'carcere duro' non ripaga il dolore delle vittime delle stragi di mafia: lo Stato non può essere vendicativo e torturatore. Il deputato di Prc, Francesco Caruso, spiega il senso della posizione espressa contro il 41 bis, contestata dall'associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili. "Una 'tortura bianca e una barbarie' - hanno replicato in una nota - è assistere ogni giorno alla distruzione di vita dei nostri parenti rimasti invalidi sotto il tritolo stragista del 1993".
Parole che hanno spinto il deputato no-global a scrivere all'associazione. "Vorrei rassicurarvi - esordisce Caruso - che i responsabili della vile e cieca violenza di cui sono state vittime i vostri familiari sono rinchiusi in carcere e lo resteranno per lungo tempo, probabilmente fino all'ultimo dei loro giorni. Credo che la notizia della fine del 41 bis debba essere accolta con soddisfazione da parte vostra perchè signifca che la magistratura ha accertato che finalmente questi personaggi pericolosi e vili hanno definitivamente reciso e perso ogni controllo, relazione e contatto con l'esterno: questo era l'obiettivo per il quale hanno subito la detenzione speciale, un obiettivo raggiunto dopo diversi anni, e di questo non possiamo che essere profondamente soddisfatti".
Tuttavia, sostiene ancora Caruso, "i carnefici di via Georgofili non escono dal carcere, come sembra evincersi dai titoli di alcuni giornali o dalle dichiarazioni di qualche politico, nè finiscono di scontare la pena in un regime normale di detenzione: semplicemente passano dal 41 bis ad un altro girone infernale della detenzione, ossia i reparti EIV (Elevato Indice di Vigilanza) o AS (Alta Sicurezza), nei quali alcuni diritti riconosciuti ai detenuti comuni vengono negati e sacrificati per motivi di sicurezza".
Caruso assicura di comprendere il "dolore"dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili e giudica "anche legittimo che questo immenso dolore possa ricercare anche un accanimento vendicativo nei confronti di chi ha funestato e straziato le vostre vite e quelle dei vostri familiari": "Ma guai - sostiene - se le istituzioni e lo Stato, nella speranza di ripagare e rincorrere questo dolore, sacrifichino i propri principi di democrazia e di diritto. Allo stesso modo mi sembra completamente assurdo proporre oggi una rivisitazione del 41 bis in chiave ulteriormente peggiorativa: significherebe dar ragione a chi afferma che il vero obiettivo del 41 bis non è quello ufficialmente enunciato - recidere i legami con l'esterno - ma è una forma di tortura bianca tesa a estorcere confessioni e pentimenti".
"Solo poche settimane fa alla Camera - ricorda Caruso - abbiamo finalmente approvato l'istituzione del reato di tortura nel nostro paese: non voglio pensare che lo Stato sia il primo imputato di questo vile reato".
Fonte: virgilio.it

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