mercoledì, marzo 14, 2007

Anniversario Petrosino

Il 12 marzo del 1909 quattro colpi di rivoltella uccisero a Palermo, in piazza Marina, il detective Joe Petrosino che per primo intuì le relazioni tra la mafia siciliana e quella italo-americana, soprannominata "Mano nera". Il coraggio di questo poliziotto di umili origini, nato a Padula, in provincia di Salerno ed emigrato a New York in cerca di fortuna, è stato ricordato durante una cerimonia di commemorazione organizzata dal Consiglio comunale e dall'Istituto superiore per la difesa delle tradizioni.
«E' importante onorare i luoghi della memoria e ribadire l'impegno della città di Palermo nella lotta alla criminalità organizzata», ha detto l'assessore alla cultura Tommaso Romano al giardino Garibaldi, dove è stata deposta una corona di fiori. Sulla stessa linea Roberto Trapani Della Petina, presidente dell'istituto superiore per la difesa delle tradizioni, che ha ribadito l'importanza della lotta per la legalità a una scolaresca in visita. Assassinato dalla stessa mafia a cui aveva dichiarato guerra, recandosi personalmente a Palermo per indagare sui collegamenti con la "cupola" mafiosa, Petrosino è stato il primo a creare una rete di intelligence internazionale, quasi cento anni fa, per capire struttura e relazioni della criminalità organizzata. Un personaggio leggendario che ha ispirato libri, fumetti e sceneggiati televisivi, ultimo quello interpretato nel 2005 dall'attore siciliano Giuseppe Fiorello.
«Vorrei che il suo coraggio fosse sentito maggiormente. Tempo fa è stata anche danneggiata la targa dedicata alla memoria di Petrosino», dice il signor Cesare, che vanta un'illustre parentela: il fratello del suo bisnonno era Settimo Codiglione, l'ufficiale di dogana che ebbe in custodia la salma di Petrosino prima del suo rientro a New York, citato nel noto libro di Arrigo Petacco «Joe Petrosino, l'uomo che sfidò per primo la mafia italoamericana».
Fonte: La Sicilia

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