venerdì, marzo 23, 2007

Manifestazione a Polistena

Reggio Calabria.- È un popolo fatto principalmente da giovani volti, dai quali traspare la voglia di cambiare pagina e combattere la mafia, quello che si è radunato a Polistena, nella piana di Gioia Tauro dove la 'ndrangheta ha il potere di famiglie tristemente assai note, per partecipare alla tradizionale giornata della Memoria organizzata da Libera e da Avviso Pubblico. Nella piazza principale di Polistena si sono radunate oltre 30 mila persone, giunte da ogni parte d'Italia, che hanno voluto stringere in un abbraccio ideale i 250 familiari delle vittime della mafia che, a turno, hanno pronunciato i 700 nomi delle persone uccise dalla criminalità organizzata. Ma i veri protagonisti della manifestazione sono stati i giovani, che hanno costantemente ravvivato la piazza con canti e slogan e ai quali è stato nuovamente riconosciuto un ruolo importante per la lotta alle mafie. Sin dalle prime ore del mattino migliaia di persone si sono riunite nei due concentramenti alle porte di Polistena per raggiungere la piazza centrale dove ci sono stati gli interventi degli ospiti istituzionali.
Ad aprire il corteo lo striscione, con la scritta «La Calabria in movimento per la giustizia sociale», che era portato dai ragazzi di Polistena mentre, contestualmente, sono state sventolate 400 bandiere di Libera su ognuna delle quali c'era il nome di vittime di mafia. E sempre per ricordare le persone uccise dalla criminalità organizzata a Polistena è stata inaugurata una lapide, la seconda in Italia dopo quella realizzata a Roma, sulla quale sono stati incisi i nomi delle persone uccise dalla criminalità organizzata. Tra i tanti c'era anche Vincenzo, un ragazzino di 5 anni che, con i genitori e la sorellina di 16 mesi, vive in un paesino della provincia di Reggio Calabria. Anche lui, così come tanti altri, spera che un giorno le mafie vengano definitivamente sradicate dallo Stato. «Sono un monello - ha detto - e non ho paura dei grandi. Le maestre, mamma e papà hanno detto che la mafia è una cosa brutta. Speriamo che un giorno tutti siano più buoni». Ed è stata una proposta singolare anche quella avanzata dalla delegazione di studenti dello scientifico Volterra di Ciampino i quali, attraverso uno striscione, hanno lanciato un'idea alle altre scolaresche presenti: «la scuola adotti una vittima di mafia, la vita dei morti sta nella memoria dei vivi». I numerosi familiari delle vittime delle mafie hanno raccontato le loro storie. La gran parte di loro ha concluso l'intervento chiedendo che lo Stato intervenga affinchè si trovi la verità e si faccia giustizia sugli omicidi di quanti si sono opposti alla criminalità. Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha lanciato un fermo monito perchè «oggi è il giorno di dire basta con le vittime della criminalità organizzata. Basta a questa carneficina. Troppo sangue è stato versato».
Fonte: La Sicilia

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