mercoledì, maggio 09, 2007

Delitto Scaglione rimane impunito

Palermo, 4 mag. - E' impunito da 36 anni l'assassinio di Pietro Scaglione, procuratore capo della Repubblica di Palermo assassinato il 5 maggio del 1971 assieme all'agente di custodia Antonio Lo Russo nell'agguato che segno' l'inizio dell'attacco armato della mafia contro la magistratura siciliana. per espressa volonta' dei familiari, che manifestano "profonda amarezza", l'anniversario sara' ricordato solo con una messa celebrata in forma privata. Scaglione fu ucciso in via Cipressi, dopo la consueta visita mattutina sulla tomba della moglie nel cimitero dei Cappuccini. In una nota, i familiari del magistrato "pur con profonda e perdurante amarezza per la mancata individuazione e condanna dei mandanti e degli esecutori dell'efferato delitto", dicono di trovare "un limitato conforto nel fatto che, come e' stato accertato dall'autorita' giudiziaria e da altri organi istituzionali, i possibili moventi del delitto sono, in ogni caso, da ricollegare all'attivita' doverosa e istituzionale svolta 'in modo specchiato' dal procuratore Scaglione, soprattutto nella lotta contro la mafia". In diverse sentenze, Pietro Scaglione e' stato definito "magistrato integerrimo, dotato di eccezionali capacita' professionali e di assoluta onesta' morale, persecutore spietato della mafia". Tra le sue inchieste, quelle su molti misteri siciliani, dal banditismo alla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, all'assassinio del sindacalista Salvatore Carnevale, negli anni Cinquanta. Dopo la strage mafiosa di Ciaculli del 1963, grazie alle inchieste condotte dall'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo guidato da Cesare Terranova, (anch'egli assassinato dalla mafia) e dalla Procura diretta da Pietro Scaglione le organizzazioni mafiose furono duramente colpite. Il magistrato si dedico' anche all'attivita' di presidente del Consiglio di patronato per l'assistenza alle famiglie dei detenuti ed ai soggetti liberati dal carcere, promuovendo tra l'altro la costruzione di un asilo nido. Per questo impegno, gli fu conferito dal ministero il diploma di primo grado al merito della redenzione sociale.
Fonte: agi.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie