mercoledì, settembre 12, 2007

Arresti per estorsione

CATANIA - Una coppia di coniugi è stata arrestata con l'accusa di estorsione da agenti della Squadra Mobile di Catania mentre riscuoteva la somma di 400 euro, come pagamento mensile, dal titolare di una concessionaria di automobili di Acireale. L'arresto è avvenuto ieri ma è stato reso noto solo stamane. L'uomo è un presunto appartenente al Clan Santapaola. Gli arrestati sono Gaetano Orazio Di Bella, di 47 anni, e la moglie Patrizia Trimboli, 40 anni. Sono stati bloccati dopo avere riscosso il denaro da un impiegato della concessionaria incaricato dal titolare. Gli investigatori hanno accertato che dall'aprile del 2006 i soci dell'autosalone versavano alla cosca Santapaola 400 euro al mese, somma che sarebbe stata riscossa da Orazio Di Bella, che ha precedenti penali per associazione mafiosa, estorsioni ed altro, e risulta inserito nel gruppo del quartiere di Picanello. Le indagini si sono avvalse, tra l'altro, di videoriprese. Marito e moglie si sarebbero recati nell'autosalone in scooter. Gli investigatori hanno accertato che Patrizia Trimboli aveva già accompagnato il marito nell'autosalone in un'altra occasione. Ieri la donna è rimasta fuori dalla concessionaria d'auto. Gli agenti della Squadra mobile hanno bloccato la coppia in un luogo distante dall'autosalone e hanno trovato la somma di denaro in tasca al'uomo, mentre la donna ha negato di essere andata nella concessionaria. Orazio Di Bella è stato condannato a cinque anni e due mesi di reclusione per mafia nel processo scaturito dall'operazione denominata "Orsa maggiore", durante il quale emerse che l'uomo era un elemento di fiducia di Calogero Campanella, e per un tentativo di estorsione ai danni di un commerciante catanese. Coordina l'indagine il sostituto procuratore della Dda di Catania Fabio Scavone. A Caltanissetta il Gico della Guardia di Finanza e i militari della compagnia di Gela hanno eseguito sedici ordinanze di custodia cautelare, disposte dal gip Paolo Andrea Fiore su richiesta della Procura, nei confronti di presunti appartenenti ai clan mafiosi di Gela, alcuni dei quali già in carcere. Le indagini delle fiamme gialle, dirette dal procuratore Renato Di Natale e dal sostituto procuratore della Dda Antonino Patti, avrebbero accertato estorsioni a danno della rivendita di autoveicoli Auto Import di Giuseppe Cassarà, padre del collaboratore di giustizia Salvatore. Attraverso servizi di osservazione e accertamenti contabili e bancari, gli investigatori avrebbero appurato la consegna da parte del rivenditore ai presunti estortori di 22 autovetture, utilizzate da soggetti appartenenti alla criminalità organizzata gelese e in particolare al clan Rinzivillo. Secondo la finanza l'imprenditore è stato minacciato con armi ed è stato vittima di un attentato incendiario nella sua ditta.Gli arrestati dell'operazione 'Free car' della guardia di finanza a Gela: Salvatore Azzarelli, 30 anni; Giuseppe Billizzi, 35 anni; Massimo C. Billizzi, 30 anni; Jacopo Di Noto, 26 anni; Claudio Domicoli, 40 anni; Massimo Gerbino, 28 anni di Vittoria; Vincenzo Minardi, 49 anni; Paolo Palmeri, 40 anni; Rocco Palmeri, 47 anni; Alessandro Pardo, 26 anni; Antonio Passaro, 56 anni di Niscemi; Samuele Rinvivillo, 24 anni; Ignazio Smorta, 31 anni; Gaetano Tomaselli, 28 anni; Massimiliano Tomaselli, 26 anni; Domenico Vullo, 31 anni.Alcune delle persone coinvolte nell'operazione hanno ricevuto l'ordinanza in carcere, dove sono detenuti. La guardia di finanza ha sequestrato nove autoveicoli. Per gli arrestati è stato disposto l'isolamento e la dilazione dei colloqui con i difensori fino all'interrogatorio di garanzia. Ulteriori dettagli dell'inchiesta, denominata 'Free car' saranno resi noti in conferenza stampa, questa mattina, nella Procura di Caltanissetta.
11/09/2007

Fonte: La Sicilia

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