martedì, settembre 18, 2007

Cuffaro e la Madonna...


In Sicilia l’emergenza idrica e climatica è diventata una questione di devozione. Da mesi una querelle sul tema scuote le coscienze nell’Ennese. E tra la siccità e la Madonna, non poteva non dominare la scena Totò Cuffaro, il presidente della Regione.
In un convegno a Leonforte, il 7 luglio scorso, il direttore dell’Agenzia delle acque e dei rifiuti, Felice Crosta, a proposito di siccità aveva affermato: “Fin quando ci sarà la presidenza Cuffaro, questo problema non lo avremo, perché le preghiere delle zie di Raffadali (il paese di Cuffaro, ndr), oltre che la protezione della Madonna di Pompei, di Siracusa e di Lourdes, ci consentiranno di avere acqua”. Parole sante? Macché. Parole che non passarono inosservate soprattutto a nove sacerdoti della diocesi di Nicosia, che le bollarono come “blasfema bestemmia”.
In una lettera diffusa ai fedeli, come riportato da un quotidiano locale, scrissero: “Se Crosta sostenesse che la sua affermazione è ironica, gli diciamo che la fede cristiana, come qualsiasi realtà di fede, non va ridicolizzata e se sostenesse che la sua affermazione è seria, gli diciamo che ha usato un linguaggio blasfemo, che rasenta la bestemmia”. Ironicamente i sacerdoti si chiedevano: “Le zie di Cuffaro smetteranno di pregare quando il nipote non sarà più presidente? La Madonna andrebbe via… come tutti gli altri dipendenti? Significa che la Madonna si dimetterebbe dal compito (gratuito) di essere Patrona della Sicilia?”.
Oggi una nuova puntata. Chiamato in causa, il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, che ha sempre manifestato pubblicamente la sua devozione, affidando ogni anno la Sicilia alla Madonna, e appena ritornato dal cammino di Santiago dove ha chiesto fra l’altro di far ritornare lo scudo crociato – ha scritto una lettera al vescovo di Nicosia, Salvatore Pappalardo e ai nove sacerdoti della diocesi che hanno sollevato il caso.
“Ho inteso rivolgermi alla Madonna nella vicenda dalla carenza idrica degli anni scorsi, spinto dalla mia devozione filiale e consapevole che tale atto in nulla può sostituire il proprio impegno personale ed umano” scrive il presidente. “Non è certo mia intenzione interpretare o stigmatizzare quanto detto dal dottor Crosta nella circostanza, quanto piuttosto cogliere l’occasione per riaffermare in modo diretto e, spero, efficace, il senso della mia devozione mariana ­– prosegue – che fa parte della mia educazione familiare. Fin da bambino ho invocato la Madonna come madre e a rivolgermi a Lei come un figlio che, chiede soccorso e conforto. Con questo spirito ho inteso rivolgermi a Lei nella ormai nota vicenda della carenza idrica degli anni scorsi. Ciò non ha diminuito – conclude Cuffaro – i necessari sforzi da compiere per porre in essere ogni utile e necessaria azione volta alla risoluzione del problema, come per altro, le cronache possono concretamente testimoniare”.
La mitologia vuole che fra quelle colline in provincia di Enna sia nato il mito di Demetra e Kore. La dea dell’abbondanza e sua figlia. Quando quest’ultima fu rapita dal dio degli inferi, la natura pianse e fu la desolazione. Poi si arrivò a un compromesso per cui Kore trascorreva solo quattro mesi negli inferi e gli altri sulla terra, alternando così il ciclo delle stagioni. Forse a qualcosa di simile pensano i politici siciliani per combattere la siccità.


Fonte: Panorama

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