giovedì, settembre 13, 2007

Funzionerà?

ROMA, 12 SET - L'impegno degli imprenditori a non pagare più il pizzo e a denunciare gli estorsori e quello dello Stato a garantire da un lato assistenza e dall'altro tutela alle imprese sotto minaccia. E' questo il senso dell'accordo siglato oggi al Viminale dal ministro dell'Interno Giuliano Amato e dal presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Un patto, spiega Amato, nato sull'onda della denuncia dell'imprenditore catanese Del Vecchio e della decisione di Confindustria siciliana di espellere gli imprenditori che pagano il pizzo. Una decisione "molto apprezzata", sottolinea Amato. "Non ci deve essere nessuna connivenza neanche coatta - ha detto il ministro -. E' giusto e bello che Confindustria abbia fatto questo passo ma non possiamo lasciare solo chi ha fatto questa scelta". E dunque dobbiamo "creare una rete di garanzie alle imprese affinché non si sentano isolate". In sostanza l'accordo prevede una sorta di patto tra imprenditori, associazioni industriali, prefetture e associazioni anti-racket basato su diritti e doveri. I primi si impegnano a denunciare gli estorsori e a non pagare il pizzo, i secondi ad assistere imprese e imprenditori nell'iter delle denunce e a tutelarli nel momento in cui ricevano minaccia. L'accordo è valido sia per le imprese già esistenti sia, soprattutto, per coloro che intendano aprire nuove attività nel Sud Italia. "La ratio del progetto - ha spiegato il vice ministro dell'Interno Marco Minniti - è di funzionare come riferimento sia per le nuove imprese sia per imprese già esistenti che vogliono investire. L'impresa si impegna a rispettare il patto che contiene una serie di principi deontologici e la struttura dello Stato si impegna a sua volta ad assistere ed aiutare le imprese ad insediarsi". L'accordo partirà inizialmente in via sperimentale in sei aree: Lametia Terme, Gela, Napoli, un'area della provincia di Caserta tra Napoli e il capoluogo, Messina e Siracusa. Il coordinamento del progetto è affidato al presidente della Federazione italiana anti-racket Tano Grasso. "La sicurezza delle imprese - ha detto quest'ultimo - dipende tanto dallo Stato quanto dall'imprenditore, perché senza esposizione delle imprese l'intervento dello Stato è velleitario". "Auspichiamo - ha concluso Minniti - che il progetto possa diventare presto operativo in tutto il Sud del Paese". (ANSA).

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