mercoledì, ottobre 31, 2007

Causa a Bagarella e Brusca

PALERMO - Furono uccisi perché sospettati di avere partecipato a un complotto contro i figli di Totò Riina, uno dei quali, Giovanni, è stato ritenuto mandante dei delitti e condannato all'ergastolo. Adesso Caterina Somellini, la madre delle due vittime, che è anche nonna di due orfani, fa causa ai sicari: il boss Leoluca Bagarella e il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca. Chiede il pagamento dei danni per due milioni di euro.
A intentare la causa è la mamma di Giuseppe e Giovanna Giammona, quest'ultima moglie di Francesco Saporito, uccisi a trentatrè giorni di distanza, tra il 25 gennaio e il 28 febbraio 1995. Caterina Somellini, che perse i due figli, oggi accudisce i nipotini, rimasti orfani di mamma e papà.
La causa civile inizierà a febbraio, davanti al giudice Maura Cannella, della sezione distaccata di Corleone del tribunale di Termini Imerese, ed è stata promossa dagli avvocati Carmelo Franco e Mario Milone, che già avevano assistito la Somellini nei processi penali, in cui era stata sempre parte civile. I danni che saranno eventualmente liquidati nella causa civile saranno pagati con il fondo di solidarietà per le vittime della mafia, alimentato dai beni confiscati ai boss.
La signora Somellini non è mai voluta andare via da Corleone. Giuseppe Giammona fu assassinato nel proprio negozio di abbigliamento, la sorella Giovanna, poco più di un mese dopo, all'interno della propria autovettura, assieme al marito Francesco Saporito. Il commando era composto da Bagarella, Brusca e Vito Vitale.
La donna protesse col proprio corpo il figlio che teneva in braccio, sul sedile anteriore. Il bambino, che allora aveva un anno e mezzo, rimase miracolosamente illeso, così come il fratellino, di quattro anni, che dormiva sul sedile posteriore dell'auto.

30/10/2007
Fonte: La Sicilia

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