sabato, ottobre 20, 2007

Decide la Cassazione

PALERMO - L'istanza dei difensori di Salvatore Cuffaro, per la remissione del processo alle cosiddette "talpe" della Dda, potrebbe ottenere una risposta della Cassazione in un arco di tempo che va da dieci giorni a due mesi. Il primo passo che i legali del presidente della Regione siciliana dovranno affrontare è quello di notificare la loro documentazione, depositata oggi al Tribunale, anche a tutte le altre parti del processo. Per questo hanno sette giorni di tempo.
La prossima tappa dell'istanza di remissione, che già stamane è stata trasmessa "con urgenza" dal Tribunale di Palermo alla Suprema Corte, è il vaglio della Settima sezione della Cassazione, che deve deciderne l'eventuale inammissibilità. Per questa prima verifica possono bastare una decina di giorni.
Poi, se la documentazione sarà considerata ammissibile, la richiesta dei difensori di Cuffaro verrà assegnata ad una sezione della Cassazione che finalmente entrerà nel merito della questione per stabilire se vi è stata quella che i legali definiscono una "interferenza esterna" di tale gravità da modificare la "corretta dialettica processuale": ovvero per decidere se il processo alle "talpe" va trasferito ad un altro giudice o se può restare a Palermo.
A questo punto, osservano i "tecnici", i tempi possono variare da venti giorni a due mesi. Nel frattempo, conclusa la requisitoria, il processo, che è giunto alla 118esima udienza, va avanti. Il presidente Vittorio Alcamo ha rinviato la discussione delle parti civili a martedì 23 ottobre, con udienza di mattina e di pomeriggio. Solo nel caso in cui la decisione della Suprema Corte non arrivasse neppure entro la conclusione della fase delle arringhe difensive, il processo alle "talpe" della Dda dovrà essere sospeso ed imporsi uno stop alla vigilia della sentenza.
15/10/2007
Fonte: La Sicilia

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