lunedì, ottobre 22, 2007

"Il Lungo" torna a Palermo

Palermo, 19 ott. - La Procura di Palermo ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari a 40 persone coinvolte nell'operazione "Occidente" e stamattina, tra eccezionali misure di sicurezza, un boss detenuto da ormai sedici anni, Salvatore Biondo detto "il Lungo", recluso nel carcere di Secondigliano (Napoli) col regime duro del 41 bis, e' stato portato nel Tribunale del capoluogo siciliano per essere interrogato. Biondo, davanti all'avvocato Giuseppe Di Peri, ha risposto per pochi minuti alle domande del pubblico ministero Domenico Gozzo e subito dopo, sempre con una superscorta, ha ripreso il viaggio per tornare nel supercarcere da cui proveniva. Da almeno dieci anni, da quando sono state istituite le videoconferenze, nessuno dei capimafia sottoposti al regime duro del 41 bis veniva portato a Palermo.
Finora Biondo "il Lungo" (nato nel 1956 e cosi' chiamato per distinguerlo da un cugino omonimo, nato nel 1955 e soprannominato "il Corto"), dopo la notifica delle ordinanze di custodia cautelare o degli atti giudiziari a lui riferiti, era sempre stato sentito per rogatoria, da un Gip o da un Pm di Napoli, delegati dai colleghi di Palermo. Stavolta la Procura ha deciso di sentirlo nel capoluogo dell'Isola, perche' era possibile che durante l'audizione si dovessero consultare atti.
Tra gli scopi del 41 bis (di recente oggetto di polemiche sulla sua presunta inefficacia, ma anche sull'asserita, eccessiva durezza, contestata da un giudice americano) c'e' anche la recisione dei contatti fra i boss e le citta' di origine: a Palermo, cosi', vengono portati solo se e' strettamente necessario. Ad accompagnare Salvatore Biondo, che si muove su una sedia a rotelle, un consistente numero di agenti di polizia penitenziaria. Nell'indagine "Occidente" i pm Gozzo e Gaetano Paci contestano a Salvatore Biondo di avere intestato in maniera fittizia a dei prestanome alcuni magazzini di viale Regione Siciliana, a Palermo. Nell'inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, il boss latitante di Tommaso Natale Salvatore Lo Piccolo e i capimafia di Carini, appartenenti alla famiglia Pipitone, alleati di colui che e' ritenuto il nuovo capo di Cosa Nostra, dopo gli arresti di Bernardo Provenzano e dei boss della "triade": Nino Rotolo, Nino Cina' e Franco Bonura.
Fonte: Agi.it

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