venerdì, ottobre 12, 2007

"Il pizzo mi fa schifo"... Da un boss...

PALERMO - "La mafia mi fa schifo. Le estorsioni mi hanno fatto sempre schifo. Perdonatemi per il termine". Lo ha detto Francolino Spadaro, figlio del boss Tommaso, il "re" della Kalsa, deponendo nell'aula del processo per le estorsioni all'Antica Focacceria San Francesco. Francolino Spadaro è imputato con Lorenzo D'Aleo e Giovanni Di Salvo per tentata estorsione aggravata dall'articolo 7 (che configura l'avere agito nell'interesse di Cosa nostra). Con voce pacata, in abito blu, Spadaro ha parlato per più di un ora, rispondendo alle domande del suo difensore Rosanna Vella. Dopo avere ricostruito i suoi precedenti giudiziari, riferendo di essere imputato per concorso in omicidio nel processo per l'uccisione del maresciallo Vito Jevolella, Spadaro ha raccontato la sua versione sulle estorsioni agli imprenditori Vincenzo e Fabio Conticello, titolari dell'Antica Focacceria, cercando di accreditarsi. Riferendo in particolare dell'incontro avuto a Porticello il 9 febbraio 2006 con Vincenzo Conticello, Spadaro ha detto: "Mi manifestò che aveva dei pensieri, delle preoccupazioni. Io lo fermai: non posso darti aiuto, non ho le forze per farlo, pensavo che si trattasse di soldi. Lui precisò ho altri problemi ho ricevuto una richiesta di denaro e minacce estortive. Ma io lo bloccai: non mi interessa, ho pagato le mie pene proprio per queste situazioni, gli dissi. Voglio stare sereno". Spadaro ha poi aggiunto di aver consigliato Conticello di non cedere al ricatto del pizzo. "Se paghi - gli dissi - ti rovini la vita". Il figlio del re della Kalsa ha quindi precisato: "Porto un nome pesante, ma ho espiato le mie colpe".
12/10/2007

Fonte: La Sicilia

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