mercoledì, dicembre 19, 2007

12 a Brusca

PALERMO - La corte d'assise di Palermo ha condannato a 12 anni di carcere il pentito Enzo Salvatore Brusca per concorso nell'omicidio del vigile del fuoco, Gaetano Genova, assassinato nel 1990 perchè ritenuto confidente del collaboratore del Sisde, Emanuele Piazza, anche lui ucciso da Cosa nostra. Prescritti, invece, i reati contestati al coimputato, Mariuccio Brusca, che era imputato di occultamento di cadavere. Per Enzo Salvatore Brusca, a cui è stata riconosciuta l'attenuante della collaborazione con la giustizia, il pm Nino Di Matteo, che ha istruito il processo, aveva chiesto la pena di 9 anni.
Gaetano Genova venne sequestrato e ucciso pochi mesi dopo l'omicidio di Piazza, ma il suo corpo fu ritrovato solo 6 anni dopo grazie alle dichiarazioni di Brusca, che raccontò movente e autori del delitto. La mafia aveva deciso di eliminare il vigile del fuoco perchè lo riteneva un confidente delle forze dell'ordine e per i suoi rapporti con Piazza. Il pentito ha inoltre rivelato agli investigatori che Genova aveva avuto un ruolo nella cattura di un latitante vicino alla famiglia mafiosa dei Madonia.
Grazie alle dichiarazioni di Brusca, in abbreviato, Salvino Madonia è stato condannato a 30 anni per l'omicidio del vigile del fuoco; mentre 14 anni di carcere sono stati inflitti a Giovanni Brusca, fratello di Enzo Salvatore. Le due pene sono definitive.
I resti di Genova furono ritrovati nelle campagne di San Giuseppe Jato. Fondamentale per il riconoscimento del cadavere fu una spilletta appuntata ad una giacca. I giudici, oggi, ne hanno ordinato la restituzione ai familiari del vigile del fuoco che non si sono, costituiti parte civile al processo.


18/12/2007
Fonte: La Sicilia

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