venerdì, dicembre 28, 2007

Ci crediamo o è talmente sicuro di essere assolto?

PALERMO - Si dimetterà e lascerà la politica se sarà condannato per favoreggiamento aggravato nel processo sulle "talpe" alla Dda, ma se il capo d'imputazione sarà derubricato, Salvatore Cuffaro continuerà a governare la Sicilia e per gennaio promette una verifica di Governo e un rimpasto in Giunta.
Sereno e circondato dai suoi collaboratori più fidati, Cuffaro ha accolto i giornalisti per la conferenza stampa di fine anno senza fare troppi proclami. Anzi. A chi gli ha ricordato che tra i suoi alleati c'è chi ha già dato disponibilità a candidarsi in caso di elezioni anticipate, ha risposto: "Io non l'avrei fatto, sono sempre stato attento ai risvolti umani". Il riferimento è al presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, l'alleato che ha criticato il "cuffarismo", definendolo un metodo sbagliato di fare politica.
"Per me non è un termine dispregiativo - ha detto il governatore - Il cuffarismo è l'interpretazione personale del popolarismo di don Sturzo". Il governatore ha aggiunto di avere chiarito tutto con Miccichè: "Ho visto Gianfranco in chiesa e ci siamo abbracciati".
In attesa della sentenza, Cuffaro guarda al futuro. Nella sua agenda di governatore ha scritto come priorità per il 2008 bilancio e finanziaria, poi le leggi sullo sviluppo, il lavoro, la formazione professionale, i Consorzi Asi e una riforma quadro sull'urbanistica. Come vice segretario nazionale dell'Udc, invece, rivendica il ruolo dei dirigenti siciliani e spiega la linea del partito: "Se si andrà a votare con questo sistema elettorale l'Udc - avverte Cuffaro - starà con il Centrodestra, se invece si approverà la nuova legge, e non può che essere il proporzionale alla tedesca, allora potrà fare da contenitore, accogliendo i moderati che non si sentono rappresentati dal Pd".
Per Cuffaro tuttavia "è probabile che tra aprile e maggio si andrà a votare con l'attuale legge; Veltroni e Berlusconi in realtà non vogliono la riforma, significherebbe consentire a Prodi di rimanere per altri due anni e nessuno dei due se lo può permettere, mentre la sinistra radicale e l'Udeur, in caso di via libera al referendum da parte della Corte Costituzionale, faranno cadere il Governo".


28/12/2007
Fonte: La Sicilia

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