venerdì, gennaio 11, 2008

Pizzo a Torino

PALERMO - Un imprenditore, che gestisce una sala Bingo, ha denunciato alla polizia di avere subito minacce e intimidazioni per costringerlo a pagare il pizzo. Così i pm della procura di Palermo hanno disposto due fermi che sono stati eseguiti dagli agenti della Squadra mobile, in un'indagine tra Palermo e Torino.

Sono finiti in cella i pregiudicati Ottavio Magnis, di 37 anni, e Calogero Pillitteri, di 38, entrambi accusati di estorsione. L'imprenditore palermitano gestiva, a Moncalieri in provincia di Torino, la sala Bingo più grande d'Europa. I provvedimenti di fermo di polizia giudiziaria sono stati emessi dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Marzia Sabella e Francesco Del Bene, coordinati dai procuratori aggiunti, Giuseppe Pignatone e Alfeddo Morvillo.

L'imprenditore ha raccontato di aver subito minacce e intimidazioni da parte dei due indagati arrestati dalla polizia.Dalle indagini è emerso che un primo contatto con gli estortori è avvenuto a Palermo, dove l'imprenditore ha subito anche la minaccia di un attentato dinamitardo, seguito dalla richiesta del pagamento di 700 mila euro. Contemporaneamente a questo episodio alcuni complici legavano con delle catene i cancelli della sala Bingo di Moncalieri.

L'uomo ha denunciato i fatti, e le indagini che sono state sviluppate, anche grazie alle intercettazioni, hanno portato a delineare il quadro della vicenda legata al racket delle estorsioni.

Calogero Pillitteri, uno degli arrestati, è cognato di Francesco e Giovanni Bonanno, indicati come esponenti mafiosi. L'uomo è stato bloccato a Palermo dagli agenti della polizia. Mentre Ottavio Magnis è stato arrestato a Torino grazie alla collaborazione della locale Squadra Mobile.

L'imprenditore era nel libro "mastro" dei Lo Piccolo. Il nome dell'azienda, con attività a Palermo e Moncalieri (To) era dell'elenco delle ditte trovate nel libro mastro delle estorsioni sequestrato ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. L'imprenditore, molto tempo prima della pubblicazione dell'elenco, si era rivolto ad Addiopizzo e all'associazione antiracket Libero Futuro ai quali aveva raccontato di avere subito minacce.

Proprio grazie al sostegno delle associazioni, l'imprenditore aveva deciso di denunciare tutto alla polizia. Per le associazioni antiracket "l'operazione di polizia segna un nuovo successo all'attività di contrasto dello Stato".

"Libero Futuro, Fai e comitato Addiopizzo - si legge in una nota - hanno seguito e sostenuto sin dal primo momento l'imprenditore cha ha sempre denunciato ogni tentativo di estorsione. La pubblicazione del libro mastro e dei documenti di Lo Piccolo ha certamente condizionato il corso delle indagini e ha gettato una cattiva luce su un imprenditore che invece ha avuto un atteggiamento ineccepibile sin dal primo momento e cioè prima che la lista fosse pubblicata".

Il referente torinese. Dei due indagati, Ottavio Magnis è stato arrestato a Torino. Secondo l'inchiesta, avrebbe avuto un ruolo di referente torinese e appoggio logistico nei vari tentativi di intimidazione nei confronti dell'imprenditore palermitano, titolare della sala bingo a Moncalieri.Emergono d'altra parte alcune connessioni di Magnis con la gestione e l'utilizzo di videopoker non regolari in sale gioco torinesi. L'uomo era noto da tempo alla squadra mobile di Torino per reati contro il patrimonio e la persona, tra cui delle rapine, e per questo aveva scontato alcuni periodi di detenzione, ma era libero ormai da alcuni anni. L'hanno catturato ieri vicino alla sua abitazione, un appartamento che avevo preso in affitto in corso Agnelli, in una zona semiperiferica della città, dove stava con la famiglia, anche se la sua residenza ufficiale era a Nichelino, nell'hinterland torinese. Di fronte agli agenti della Questura si è mostrato incredulo e ha affermato: "Io non c'entro niente, mi hanno incastrato" e con estrema calma ha continuato a mantenere la sua versione. Non è chiaro però come potesse mantenere il suo tenore di vita, a partire dall'appartamento in affitto fino all'utilizzo di un'automobile Mercedes, dal momento che non risulta avere redditi legali ormai da anni.


10/01/2008
Fonte: La Sicilia

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