mercoledì, febbraio 13, 2008

Adesso si spiegano un paio di cose...

PALERMO - Potrebbe esserci un messaggio a un fedelissimo di Bernardo Provenzano, Paolo Palazzolo, cognato del padrino di Corleone, dietro all'omicidio dei fratelli Giampaolo e Giuseppe Riina, assassinati ieri a Partinico. Secondo fonti della Procura potrebbe non essere casuale che il duplice omicidio sia stato commesso il giorno in cui Paolo Palazzolo è stato scarcerato. Ieri, infatti, il cognato di Provenzano ha finito di espiare una condanna a 8 anni per associazione mafiosa ed è tornato nella sua abitazione di Balestrate, vicino Partinico. Secondo gli investigatori i Riina, come anni prima il padre, Salvatore, assassinato nel '98, erano vicini a Palazzolo e Provenzano. Il mandante del duplice omicidio, scegliendo per il delitto la data di scarcerazione di Palazzolo, avrebbe voluto far capire al cognato di Provenzano che il suo potere sulla zona era finito e che a comandare su Partinico non sono più i seguaci del padrino di Corleone. Salvatore Riina anni prima di essere ucciso aveva affittato un'abitazione a Palazzolo. L'autopsia sui corpi dei due fratelli sarà eseguita oggi nell'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo. Durante tutta la notte la polizia, che indaga sul duplice delitto, ha effettuato perquisizioni nelle abitazioni delle vittime e nei locali dell'impresa edile di cui erano titolari. Perquisite anche le abitazioni di numerosi pregiudicati della zona. Sempre oggi dovrebbe essere interrogato Fulvio Giordano, il dipendente dei due fratelli rimasto ferito durante l'agguato. Non saranno disponibili, invece, fino a domani le immagini riprese dalla videocamera piazzata davanti al bar a pochi metri dal quale è stato commesso l'omicidio. Per estrarre i fotogrammi dalle riprese è necessario uno speciale programma che ancora la polizia scientifica non avrebbe. Dieci anni fa il padre delle due vittime era stato assassinato a pochi metri dall'agguato di ieri. Anche in quel caso si trattava di un omicidio di matrice mafiosa. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, che hanno sentito decine di persone presenti nel bar vicino al luogo del delitto, a entrare in azione sarebbero stati due sicari, scesi da una Fiat Punto con il volto coperto da caschi integrali. Le due vittime, colte di sorpresa, sarebbero state in grado di fare solo qualche metro, poi sarebbero state colpite al torace e alla testa da due pistole diverse, una calibro 9 e una calibro 44. Gli assassini si sarebbero poi allontanati con l'auto, ritrovata carbonizzata nelle campagne del paese poche ore dopo l'omicidio. La macchina è risultata rubata.

13/02/2008
Fonte: La Sicilia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

questo effetivamente spiega molte cose, spiega sopratutto come nella cupola di cosa nostra dopo gli adii "forzati" dello zio Binnu e di Lo Piccolo ancora non si è riusciti a trovare un equilibrio.

speriamo che ciò non porti all'inizio di una nuova mattanza, speriamo veramente...

Sciavè ha detto...

quello è il pericolo più grave..
e che vi sia instablità in cosa nostra è mostrato anche dal ritorno degli esiliati in America, oltre che dai numerosi arresti...