martedì, febbraio 12, 2008

Agguato a Partinico

PARTINICO (PALERMO) - E' un agguato di stampo mafioso quello in cui sono state uccise due persone e una terza è rimasta ferita a Partinico, un paese a 30 chilometri da Palermo. Le vittime sono Giuseppe e Gianpaolo Riina, rispettivamente di 37 e 31 anni, figli di Salvatore Riina, omonimo del boss di Cosa nostra, un imprenditore ucciso nel '98 e accusato di avere coperto la latitanza di alcuni mafiosi; poco prima della sua morte era entrato in contrasto con i capi mafia della zona, i Vitale, per ragioni di controllo delle attività illecite del territorio. Anche i figli di Riina svolgevano l'attività di imprenditori, nel settore del movimento terra. L'agguato è scattato poco dopo le 7 davanti al bar "Le goloserie" nella piazza Santa Caterina, omonima della chiesa che vi si affaccia a poca distanza dal luogo dove venne ucciso Salvatore Riina. Un cadavere si trova proprio davanti l'ingresso del bar mentre l'altro è a una decina di metri vicino a un'automobile: sono crivellati dai proiettili, le vittime sono state colpite alla testa e al torace. Secondo la ricostruzione degli investigatori i killer erano due; sarebbero giunti su un'auto. Poi sono scesi e hanno impugnato due pistole, forse calibro 9 e 44, e hanno fatto fuoco mirando ai due fratelli con le bracia tese. Un duplice omicidio compiuto con freddezza e da persone che, alla luce degli elementi noti, hanno agito con esperienza e rapidità. I due assassini poi sono saliti sull'auto e sono andati via a forte velocità incendiando poco dopo la vettura. I due fratelli erano apena usciti da casa, in via Merla, quando è scattato l'agguato. I tre uomini hanno tentato di fuggire ma sono stati raggiunti dai colpi dei sicari. Secondo le testimonianze, in piazza stamattina si trovavano pochissime persone e le uniche che potrebbero aver visto qualcosa erano nel bar. Il bar è dotato di una videocamera di sicurezza. Le immagini registrate saranno esaminate dagli inquirenti per appurare se sono state riprese alcune fasi del duplice omicidio. I sicari avrebbero utilizzato per la fuga una Fiat Punto, che è stata trovata parzialmente bruciata in contrada Alba Chiara, alla periferia di Partinico. L'auto era stata rubata a Palermo. Il ferito, Fulvio Giordano, originario di Giardinello (Pa), è un dipendente della loro impresa. Giordano è stato portato nell'ospedale di Partinico e le sue condizioni non sarebbero gravi. Giuseppe e Giancarlo Riina gestivano una piccola impresa e avevano ottenuto appalti, non di grossa entità, anche da enti pubblici come i comuni di Partinico e Giardinello. Proprio in una villetta nel territorio di Giardinello vennero arrestati, il 5 novembre scorso, i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo insieme a altri due capimafia. La collaboratrice di giustizia Giusy Vitale, sorella del boss di Partinico Vito che gestiva con i fratelli la cosca, nelle sue dichiarazioni aveva detto che "Giuseppe Riina è uomo di Provenzano contrapposto ai Vitale". Gli inquirenti ipotizzano che il duplice omicidio sia una reazione all'uccisione nell'ottobre scorso, a Borgetto, del meccanico Antonino Giambrone era figlio di Vito, assassinato a sua volta nel '98 a Borgetto (comune adiacente a Partinico), e considerato un fedelissimo del boss Vito Vitale. A sua volta l'omicidio di Giambrone sarebbe stato una risposta all'uccisione nel luglio scorso, a Partinico, dell'imprenditore Giuseppe Lo Baido definito dagli inquirenti un fedelissimo del boss di Altofonte, latitante, Domenico Raccuglia.

Fonte: La Sicilia

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