giovedì, aprile 24, 2008

22 arresti

PALERMO - Un boss di Cosa nostra, Angelo Galatolo, sarebbe stato a capo di una banda di narcotrafficanti che controllava il traffico di droga a Palermo. E' questa l'accusa contenuta nell'inchiesta che stamani sta portando i carabinieri del Comando provinciale a eseguire una imponente operazione per l'esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare. L'indagine è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e i provvedimenti sono stati emessi dal gip Fabio Licata. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di cocaina e hashish. Al boss che sarebbe stato a capo della banda di narcotrafficanti, confluivano gran parte degli introiti delle attività che, nel campo sia delle droghe leggere e pesanti, venivano gestite in una vasta parte della città. Nell'operazione sono impiegati oltre 300 carabinieri, elicotteri e unità cinofile. Secondo l'accusa, Galatolo, figlio di Vincenzo Galatolo, esponente di spicco di Cosa nostra della famiglia mafiosa di Palermo-Acquasanta, sfruttando la sua influenza sul territorio svolgeva una penetrante attività di copertura e "garanzia delle operazioni" dei fornitori e dei pusher e assicurava lo svolgimento dei traffici illeciti. Il boss pretendeva, per ogni affare andato in porto, sia nell'ambito del traffico di stupefacenti che di furti, la percentuale del 20 per cento degli incassi.L'inchiesta scaturisce dalle indagini condotte dai militari del Comando provinciale di Palermo che, attraverso intercettazioni durate oltre 18 mesi, hanno individuato due distinte organizzazioni, che operavano nei quartieri di Palermo Acquasanta, Montelpellegrino, Montalbo e Arenella, a cui corrispondevano altrettante reti di fornitori e pusher che si dividevano i mercati della cocaina e dell'hashish. L'organizzazione aveva una cassa comune composta dal capitale versato dai "soci" per l'acquisto di partite di droga, e dai guadagni derivanti dalla successiva rivendita degli stupefacenti. Gli associati, ogni due mesi, effettuavano i conteggi delle entrate e delle uscite, procedendo alla spartizione dei guadagni, rispetto ai quali andavano considerate le somme che Angelo Galatolo pretendeva per gli affari andati a buon fine e svolti nella zona di sua competenza.Il gruppo contava su diversi pusher (alcuni legati strettamente all'associazione), che non partecipavano agli investimenti ma guadagnavano in relazione alla droga che, acquistata dall'associazione, riuscivano a piazzare sul mercato. Inoltre, i pusher più fedeli acquistavano a credito e pagavano solo dopo l'ulteriore rivendita al minuto dello stupefacente. Il gruppo inoltre, quando calava l'attività di spaccio, si dedicava ai furti in appartamento o negli esercizi commerciali, all'interno di grossi uffici e anche in ospedale. Questo l'elenco delle persone arrestate: Angelo Galatolo, 40 anni, Fabrizio Basile, 33 anni, Giovanni Bellavista, 26 anni, Marco Buonamente, 28 anni, Salvatore Ferrara, 30 anni, Enrico Gandolfo, 25 anni, Valerio Giglio, 28 anni, Antonino Licata, 37 anni, Giuseppe Lo Nardo, 27 anni, Giuseppe Lo Re, 28 anni, Stefano Madonia, 25 anni, Salvatore Mamone, 28 anni, Domenico Migliore, 25 anni, Mauro Pepe, 32 anni, Salvatore Quartararo, 31 anni, Antonino Ragusa, 28 anni, Giuseppe Ruggeri, 32 anni, Francesco Salfilippo, 27 anni, Daniele Sedita, 28 anni, Davide Romano 32 anni. Due persone sono ancora ricercate.
21/04/2008
Fonte: La Sicilia

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