giovedì, giugno 05, 2008

18 commercianti parleranno...

È il momento dei commercianti che hanno detto no al racket imposto dai Lo Piccolo. È il momento più atteso. La Procura di Palermo chiama 18 vittime del pizzo a testimoniare contro gli estorsori, subito, anticipando una parte fondamentale del processo che verrà celebrato contro gli ultimi mafiosi che hanno terrorizzato la città. «Incidente probatorio», viene chiamato dal codice di procedura penale: è la via da seguire quando c´è «fondato motivo che la persona sia esposta a violenza, minaccia». Forse, fra qualche mese, Palermo potrebbe ricadere nell´indifferenza, il pericolo più grave per chi ha fatto una scelta civile. Forse. Di sicuro, oggi, i commercianti che hanno denunciato gli estorsori sono gli eroi più celebrati da istituzioni e associazioni, in tutte le manifestazioni antimafia. Secondo la Procura, è questo il momento più opportuno per fare arrivare in un´aula di giustizia le vittime del racket.
I 18 commercianti saranno chiamati a raccontare, ma anche a riconoscere i loro estorsori. Sarà come un confronto all´americana. Sul banco degli imputati saliranno una ventina di picciotti della cosca di Tommaso Natale, quelli arrestati dall´inizio di gennaio ad oggi, dopo il blitz della squadra mobile che il 5 novembre scorso ha portato in manette Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Assieme a loro, rischiano di andare a giudizio anche 25 commercianti, quelli che non hanno ammesso di avere pagato. Sono adesso indagati per favoreggiamento.
Eppure, questa volta, il peso dell´atto d´accusa non era tutto sui commercianti. Le indagini della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile, coordinate da un pool di magistrati diretto dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo, hanno già raccolto le dichiarazioni di cinque pentiti del clan Lo Piccolo, la chiave per decifrare il libro mastro delle estorsioni trovato durante il blitz di novembre. E non è solo una coincidenza che le ordinanze di custodia cautelare che si sono succedute in questi mesi siano state ribattezzate «Addiopizzo»: i giovani del movimento antiracket hanno seguito passo passo le scelte di chi ha deciso di dire no al pizzo.
I pubblici ministeri Domenico Gozzo, Gaetano Paci, Francesco Del Bene, Marcello Viola e Annamaria Picozzi continuano a cercare dentro i segreti dei pizzini dei Lo Piccolo. Nei giorni scorsi, un grafologo nominato dalla Procura ha chiarito quali biglietti, fra i 1000 sequestrati, sono stati scritti da Salvatore Lo Piccolo: per fare i confronti, l´esperto ha utilizzato alcune istanze presentate dal padrino di Tommaso Natale in carcere, per inviare un telegramma ai familiari.
Ieri mattina, Lo Piccolo senior ha partecipato in tribunale all´udienza del processo "Grande mandamento": i monitor della terza sezione mostravano da un lato Lo Piccolo, dall´altro Bernardo Provenzano, tutti e due attentissimi ad ascoltare la requisitoria del pubblico ministero Michele Prestipino, che in aula ha letto i pizzini con gli ordini e i messaggi di mafia. «In questo processo - ha detto il magistrato - Provenzano può essere giudicato con le sue stesse parole». In una lunga sequenza di biglietti, c´è anche la storia di una estorsione a Partinico, che ha visto l´autorevole mediazione di Salvatore Lo Piccolo.
Fonte: La Repubblica

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