venerdì, settembre 19, 2008

Omaggio a Saetta

Lo storico Carmelo Sciascia Cannizzaro ha voluto ricordare così il magistrato a 20 anni dalla sua morte Agrigento Il 25 settembre del 1988, sulla strada statale 640 che collega Agrigento e Palermo, i killer di Cosa Nostra entrarono in azione per uccidere il presidente della prima sezione della Corte di Appello, Antonino Saetta suo figlio (disabile) Stefano. Entrambi furono crivellati di colpi e, quando le forze dell'ordine giunsero sul luogo del delitto per fare i loro rilevamenti, arrivarono a contare i bossoli di 46 proiettili, che furono sparati quasi per voler rimarcare - ancora una volta - la violenza inaudita della mafia. Vent'anni dopo quel feroce duplice delitto, Carmelo Sciascia Cannizzaro, storico, ha ricordato la figura magistrato di Canicattì con un libro edito dalle Paoline: "Antonino Saetta, Primo magistrato giudicante assassinato dalla mafia" (pagine 136, 12 euro), la cui prefazione è stata affidata a Giuliano Vassalli, mentre invece la premessa è di Melo Freni. Saetta aveva chiesto di essere trasferito ad altra Corte d'Appello, perché era perfettamente consapevole dei rischi che correva. La sua richiesta, però, non venne accettata per la necessità della sua presidenza in quel luogo e del suo lavoro nel processo che stava seguendo. Si trattava, infatti, del processo a Giuseppe Madonia, Vincenzo Puccio e Armando Bonanno, che dovevano rispondere dell'accusa di omicidio nei confronti del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, avvenuto il 4 maggio del 1980 a Monreale. Saetta si era rassegnato e aveva condotto a termine quella fase del processo con la sua solita professionalità. Nel frattempo, si sforzava di non far trapelare le sue preoccupazioni, ma il giorno stesso dell'agguato, la sua famiglia si accorse che c'era qualcosa che non andava. Tutto questo è ciò che racconta e, in un certo senso, denuncia Carmelo Sciascia Cannizzaro nel suo libro. Saetta è stato definito un eroe, come spesso tristemente accade dopo certe morti. Anche Papa Giovanni Paolo II, quando si recò ad Agrigento e pronunciò quella indimenticabile condanna degli uomini della mafia, esaltò le loro vittime. Il libro verrà presentato nel Teatro Regina Margherita di Racalmuto proprio il 25 settembre, giorno del ventesimo anniversario della morte del magistrato e di suo figlio. Carmelo Sciascia Cannizzaro è un ex funzionario di banca che vive a Canicattì, il paese in cui è nato Saetta. E in cui è stato scritto questo suo tributo postumo.
Fonte: Sicilia on line

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