venerdì, settembre 19, 2008

Peppino...

(AGI) - Milano, 16 set. - A trent'anni dalla morte, Milano ricorda la lezione civile e morale di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978. Un anniversario che il fratello di Peppino, Giovanni, ha voluto legare al sessantesimo compleanno della Costituzione nella convinzione che "se si vuole parlare di legalita'", la carta costituzionale sia "il punto da cui partire". Questo pomeriggio, dalla Sala Alessi di Palazzo Marino, gremita, e' uscito il ricordo, anche personale, del giovane siciliano che sfido' i boss dal microfono di una radio libera, ma anche un invito a non considerare la mafia come fenomeno del Sud Italia e a tenere anzi alta la guardia contro le infiltrazioni della microcriminalita' anche a Milano, dall'edilizia al commercio fino al grande catalizzatore di interessi (potenzialmente anche di quelli mafiosi): l'Expo 2015. Lo ha ricordato Basilio Rizzo, presidente del gruppo consiliare Uniti con Dario Fo per Milano che a questo proposito ha lanciato l'idea di dar vita "a un'autorita' di controllo sulle spese per l'Expo costituita da personalita' di alto prestigio morale". Un invito ripreso anche da Nando dalla Chiesa, che ha ribadito la necessita' di "istituire una commissione antimafia a Milano non immune da infiltrazioni microcriminalita'". Avvertimento a stare in guardia contro infiltrazioni mafiose, soprattutto della n'draghiate con la sua particolare capacita' di aderire e controllare il territorio, anche da Vladimiro Merlin, presidente del gruppo consigliare Rifondazione Comunista, per il quale "l'insediamento della mafia nel Nord e' un fenomeno radicato non solo sul piano finanziario". E' seguito il ricordo personale di Emilio Molinari, ex senatore dei Verdi, ai tempi compagno di partito di Impastato, che ha ricordato "il coraggio" e "la solitudine" di Peppino anche rispetto al suo stesso partito; e poi un lungo intervento di Giancarlo Caselli, procuratore generale di Torino, che ha puntato il dito contro i depistaggi seguiti ad "un omicidio che fu da subito un impaccio di cui liberarsi". "E' stato merito di Peppino Impastato - ha scandito Caselli - concepire la politica con la "p" maiuscola, cioe' una politica che guarda a interessi generali".
Fonte: AGI.it

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