sabato, novembre 01, 2008

Finito il tempo del giudice "Lumaca"

GELA (CALTANISSETTA) - Il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, mostra tutta la sua soddisfazione: "I capi della cosca di Piddu Madonia coinvolti nel processo 'Grande Oriente' sono stati finalmente condannati dai giudici della Corte d'appello di Caltanissetta, a cui vanno il plauso e i ringraziamenti dell'intera comunità gelese e, credo, siciliana e nazionale, per la rapidità con il quale è stato celebrato il processo di secondo grado". La Corte di appello ha infatti confermato le condanne di primo grado per associazione mafiosa. Fu proprio Crocetta a denunciare nei mesi scorsi la lentezza con la quale i giudici del tribunale di Gela non depositavano, dopo otto anni dalla sentenza, le motivazioni delle condanne. Un fatto che portò il Csm a rimuovere il magistrato estensore della sentenza, Edi Pinatto. In questo modo gli imputati, pur condannati a pene da 7 a 24 anni erano tornati in libertà. "Adesso sono bastati quindici giorni per una sentenza d'appello - scrive Crocetta -, un record positivo che si contrappone a quello negativo che aveva raggiunto il giudice Pinatto". I giudici della corte d'appello hanno confermato 24 anni a Carmelo Barbieri e Giuseppe Lombardo, mentre condanne da 7 a 10 anni sono state inflitte ad altri 10 imputati. Barbieri, insegnante di educazione fisica, è il presunto boss che Crocetta, con grande stupore e preoccupazione, si ritrovò alle spalle durante la processione del Venerdì Santo. Ora il sindaco di Gela dice: "Non sono a conoscenza se in atto siano state emesse ordinanze di arresto e se tecnicamente ciò sia possibile, ma continuo a ritenere che la libera circolazione - scaturita dai ritardi di Pinatto - di soggetti condannati per gravi reati di mafia, costituisca un grave pericolo per l'intera comunità e mi auguro che accada presto tutto ciò che le coscienze libere si attendono, che i mafiosi vadano in galera". E ringrazia "i coraggiosi magistrati di Caltanissetta ma anche quanti nel passato (presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Don Ciotti, senatore Beppe Lumia) hanno condiviso con me la battaglia per la deposizione della sentenza che ha consentito di rifare il processo attuale".
01/11/2008
Fonte: La Sicilia

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