martedì, novembre 25, 2008

Mega operazione, comandavano dal carcere...

PALERMO - Continuavano a dirigere l'organizzazione mafiosa dal carcere. Nel codice utilizzato dai boss scoperto dai carabinieri per violare il 41 bis, Salvatore Lo Piccolo era indicato come la "zia Rosalba", mentre quando parlavano delle condizioni di salute di Emanuela Gerardi, anziana madre dei boss Madonia, davano indicazioni sulla gestione del patrimonio occulto della famiglia mafiosa e sulla raccolta del denaro da parte della cosca. Sono alcuni dei trucchi usati dai boss per aggirare i rigori del carcere duro e impartire, dalla cella, indicazioni all'esterno sulla gestione delle ricchezze del clan. I boss usavano un codice criptato tutto "domestico". I carabinieri stanno eseguendo un provvedimento di fermo emesso dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti di 5 indagati per associazione mafiosa ed estorsioni, fra cui una donna. Contestualmente stanno anche procedendo al sequestro di beni per un valore complessivo di 15 milioni di euro. L'indagine dei Ros riguarda esponenti della famiglia mafiosa dei Madonia, da anni al vertice del mandamento palermitano di Resuttana. I carabinieri hanno impiegato tre anni per decifrare il linguaggio dei boss. Oltre a un codice criptato i capimafia comunicavano a gesti, sguardi e con un intensa mimica. Gli investigatori hanno individuato i vertici e ricostruito il movente dell'omicidio di Giovanni Bonanno, vittima di lupara bianca nel gennaio 2006. E' stato accertato che il capo clan Francesco Madonia (deceduto nel marzo 2007) e quindi i figli Antonino, Giuseppe e Salvatore Madonia, nonostante fossero detenuti sottoposti al carcere duro previsto dal 41 bis, continuavano a governare il clan, impartendo direttive all'esterno durante i colloqui con i familiari, in particolare con Maria Angela Di Trapani, moglie di Antonino Madonia, arrestata anche lei all'alba. Fra le cinque persone fermate c'è anche Aldo Madonia, figlio del boss di Resuttana, Francesco (deceduto) e fratello di Antonino, Giuseppe e Salvatore tutti mafiosi, condannati all'ergastolo, coinvolti nell'indagine denominata "Rebus". Aldo Madonia, laureato e farmacista, era stato condannato in passato per mafia, ma ha sempre detto di essere fuori dagli "affari" della sua famiglia, appoggiato anche dalla moglie, Carla Cottone, che partecipò a una puntata del Maurizio Costanzo show difendendo il marito e prendendo le distanze dalla sua famiglia. L'uomo adesso è accusato di aver amministrato i soldi delle estorsioni della cosca. Arrestati anche Michele Di Trapani, zio dei Madonia, già condannato in passato per mafia, il commerciante Massimiliano Lo Verde, a cui erano intestati diversi beni riconducibili ai Madonia e titolare del bar Sofia che si trova nell'ospedale di Villa Sofia e Vincenzo Sgadari, imprenditore. Il sequestro riguarda terreni, fabbricati rurali, ville, appartamenti e locali commerciali, del valore complessivo di oltre 15 milioni di euro, che costituiscono il patrimonio occulto delle famiglie Madonia-Di Trapani e del quale sono stati individuati i prestanome. Si tratta di diciassette appezzamenti di terreno, otto fabbricati rurali, due ville, cinque appartamenti, un magazzino e cinque locali commerciali, tra cui un bar.
25/11/2008
Fonte: La Sicilia

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