martedì, gennaio 27, 2009

Vedremo gli effetti..


(a sinistra nella foto,Messineo)PALERMO - Il prezzo unitario giornaliero delle intercettazioni telefoniche deve calare da 20 a 14 euro, mentre il noleggio di microspie e telecamere sarà ridotto già dopo i primi 40 giorni di impiego e, trascorsi 100 giorni dall'inizio delle intercettazioni, non si risarcirà il costo di apparati che vengano smarriti o non recuperati. Inoltre le bollette per le "telefoniche" e le "ambientali" dovranno essere "trasparenti", secondo i costi effettivi. La parola d'ordine, alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è tagliare. E a lanciare la campagna antisprechi è il capo dell'ufficio inquirente che nel 2007, per ascoltare e riprendere indagati, ha speso più di ogni altro, in Italia. Francesco Messineo ha firmato la circolare 593/09, in cui stabilisce che sono "assolutamente non ammissibili" i pagamenti per intercettazioni effettuati "secondo tariffe superiori a quelle stabilite" in un precedente documento del 2007. I magistrati dovranno porre "particolare attenzione a tutte le voci non comprese nel listino, la cui particolare necessità di impiego, sottoscritta dal dirigente dell'ufficio di polizia giudiziaria" delegato all'ascolto o alla ripresa video, "dovrà essere sottoposta al vaglio del procuratore aggiunto competente, senza deroga alcuna". Nella circolare è scritto che gli sconti che saranno imposti (con condizioni drastiche, in sostanza prendere o lasciare) alle ditte private che effettuano i noleggi: dopo i primi 40 giorni dall'inizio delle intercettazioni lo sconto sarà del 20 per cento rispetto alla tariffa iniziale, dopo 60 giorni sarà del 40 e del 60 dopo 80 giorni. Dopo 101 giorni le aziende riceveranno solo una percentuale pari al 10 per cento della tariffa iniziale, "a titolo di remunerazione degli oneri di impresa". La Procura di Palermo, come risulta dai dati ufficiali del ministero della Giustizia, è l'ufficio giudiziario che ha speso di più per intercettazioni, e questo anche a fronte di un minor numero di decreti e di "bersagli" ascoltati o ripresi, rispetto a Milano. Le cifre dicono che nel capoluogo lombardo, nel 2007, si sono spesi 35 milioni 892 mila euro, per 8.813 intercettazioni telefoniche e per 26.145 "bersagli" ambientali, di cui 8.848 disposti per indagini antimafia. A Palermo, invece, il costo nel 2007 è stato di 46 milioni 92 mila euro, e ha riguardato 4.800 intercettazioni telefoniche e 9.875 "bersagli" ambientali, di cui 6.430 per le inchieste antimafia. Messineo con la circolare impone che le forze investigative che utilizzano ditte private verifichino e attestino "attentamente che i costi indicati in fattura corrispondano a quelli esposti nel preventivo, che i costi non siano superiori a quelli previsti nel prospetto, che le attrezzature siano state effettivamente utilizzate per le attività di indagine". La decisione è stata preceduta da studi e "indagini di mercato", scrive il capo della Dda, e, "avuto riguardo al prezzo medio delle attrezzature ed alle vigenti tariffe di noleggio, il costo di dette attrezzature viene interamente ammortizzato, in media, in un periodo di tempo stimabile tra 60 e 90 giorni". In sostanza, al massimo dopo tre mesi il valore della microspia o della telecamera è pagato e a quel punto continuare a pagare per intero il noleggio significa allargare a dismisura i costi. Il "contenimento delle spese è doveroso", conclude Messineo, e per le intercettazioni telefoniche e ambientali, che si effettuano con delle "sim", la Procura di Palermo pagherà secondo le modalità delle "bollette trasparenti", cioè per le spese effettivamente sostenute dai gestori di telefonia mobile. Il ricarico massimo per le spese di gestione sarà del 10 per cento. Finora, invece, le spese venivano calcolate in maniera forfettaria.
26/01/2009

Fonte: La Sicilia

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