venerdì, aprile 24, 2009

Barbieri parla...

GELA (CALTANISSETTA) - "E' in atto un progetto di omicidio nei confronti di imprenditori gelesi, fra cui il gruppo che si aggiudicò l'appalto della spazzatura, proprio perché si sono rifiutati di pagare il pizzo, determinando gravi disagi per i detenuti, non più in grado di ricevere gli stipendi e pagare gli avvocati". Lo rivela il neo pentito Carmelo Barbieri, in un interrogatorio ai pm del 6 marzo scorso. Le sue dichiarazioni sono agli atti anche dell'inchiesta che oggi ha portato all'arresto di due presunti mafiosi gelesi. Barbieri ha ricoperto un ruolo di vertice in Cosa nostra nissena, al fianco di Luigi Ilardo, il boss confidente del colonnello Michele Riccio che venne assassinato a Catania una settimana dopo che decise di ufficializzare la sua collaborazione con la giustrizia. "A proposito del progetto di dare una lezione agli imprenditori del settore edile o del settore rifiuti che non volevano pagare il pizzo - dice il pentito -, ribadisco che è stato La Rosa, reggente del gruppo Emmanuello, a informarmi. La ragione è innanzitutto per il mancato pagamento del pizzo ma anche per ristabilire la supremazia sul territorio. L'ordine dal carcere era stato dato a La Rosa, in particolare, da Smorta e Carmelo Billizzi". "Posso dire - afferma Barbieri - che la mia storia criminale nasce con Gino Ilardo che venne a cercare me perchè gli ero stato presentato dai suoi cugini Giuseppe Lombardo e Giuseppe Alaimo". Poi aggiunge: "Sono arrivato a Gela, da Resuttana, nel 1986, sconoscendo cosa fosse Gela e la sua criminalità. Dopo che venne ucciso mio suocero, con modalità mafiose, subentrai nella sua attività al mercato ortofrutticolo con il disappunto dei miei genitori".
24/04/2009
Fonte: La Sicilia

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