mercoledì, aprile 22, 2009

Scovato libro delle estorsioni...

PALERMO - I carabinieri hanno trovato durante una perquisizione un libro contabile delle estorsioni della cosca mafiosa di Palermo centro. Il brogliaccio contiene i nomi di decine di commercianti e imprenditori. I nomi delle vittime devono essere decriptati dai militari. Il libro mastro è stato trovato nell'ambito dell'indagine sull'estorsione a un imprenditore conclusa all'alba con quattro fermati, accusati di estorsione aggravata. Gli indagati sono ritenuti affiliati alle cosche mafiose della città. Il pizzo veniva imposto a un facoltoso imprenditore che ha numerosi appalti pubblici a Palermo. Le indagini, anche attraverso filmati registrati dalle telecamere sistemate dai carabinieri, hanno permesso di documentare la riscossione del pizzo. Per gli investigatori tutto ciò conferma la perdurante operatività di Cosa nostra nel settore del racket, perché le cosche hanno l'incessante necessità di denaro da destinare al sempre crescente numero di famiglie di detenuti. I carabinieri, infatti, solo negli ultimi quattro mesi, a Palermo, hanno arrestato oltre 150 mafiosi, tra cui tre latitanti. Il libro contabile è stato trovato dai militari durante una perquisizione nell'abitazione di Filippo Burgio, 26 anni, affiliato alla famiglia di Palermo Centro. L'uomo è uno dei quattro fermati con l'accusa di avere chiesto il pizzo, per conto del boss Gianni Nicchi, a un imprenditore impegnato nei lavori per la manutenzione della rete fognaria in città. L'estorsione è stata immortalata da una telecamera piazzata dai militari in un cantiere di lavoro nel centro storico. Gli investigatori commentano il ritrovamento del libro contabile sottolineando come "il racket sia fondamentale per la sopravvivenza della mafia. Ci aspettiamo più colloborazione - hanno sottolineato - da parte delle vittime". L'operazione antimafia è stata coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci.
Sono saliti intanto a 32 gli arresti nell'ambito dell'operazione 'Abisso 2' che ieri ha fatto luce su un accordo per lo spaccio di droga in un vasto territorio della Sicilia orientale tra i clan mafiosi Laudani e Mazzei. Le manette sono scattate per Antonio Platania, resosi irreperibile. Approfondendo i dati investigativi, tra cui un'azienda sequestrata in casa di un uomo vicino al boss Santo Mazzei, i carabinieri hanno così trovato un altro libro mastro della 'joint venture' che il gruppo mafioso di Catania aveva fondato insieme a Giuseppe Laudani, il rampollo della famiglia malavitosa dei 'mussi ri ficurinia' per acquistare a Torre Annunziata, in Campania, partite di droga a prezzi competitivi. Nell'agenda vi figurano molti nomi, tutte persone di rispetto che godevano della massima fiducia dei capi, e tante cifre superiori ai mille euro che hanno permesso ai militari dell'Arma di ricostruire l'elenco di tutti i grossisti che nel capoluogo etneo componevano la rete dei venditori di sostanze stupefacenti.
22/04/2009

Fonte: La Sicilia

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