venerdì, novembre 20, 2009

Rubrica estero

Giovedì 12 novembre la polizia di Avellino ha annunciato di aver emesso quattro mandati d’arresto e posto sotto sequestro sette parchi eolici per un valore superiore a 153 milioni di euro nell’ambito di un’operazione battezzata “Via col vento” contro le truffe nel settore dell’ambiente in Italia.
“ Quindici persone sono sotto inchiesta in questa operazione, che ha avuto inizio nel 2007. Un mandato d’arresto è stato emesso contro quattro di loro per estorsione organizzata”, ha dichiarato il comandante della polizia di Avellino. Le quattro persone, tra cui Oreste Vigorito, presidente dell’azienda energetica IVPC, sono accusate di aver trattenuto sovvenzioni pubbliche per la realizzazione dei parchi eolici.
Per ottenere maggiori aiuti, gli accusati avrebbero falsificato dei documenti, attestando che erano proprietari dei terreni, e gonfiato con un “complesso meccanismo” i fondi che avevano a disposizione per costruire i parchi.I sette parchi pignorati si trovano in Campania e in Sicilia e, secondo gli addetti ai lavori, ci sono forti sospetti di infiltrazioni mafiose.
“Per fare affari con l’eolico, l’Italia ha creato un eldorado, offrendo un prezzo per kilowattora tre volte superiore a quello di altri paesi europei, come la Francia”, ha dichiarato il presidente del Comitato Nazionale del paesaggio, un’associazione di difesa dell’ambiente. “Grazie alle sovvenzioni regionali ed europee, un’installazione diventa redditizia a partire dal secondo anno, è spaventoso. Tali prospettive di profitto attirano in massa gli investimenti delle organizzazioni mafiose, Cosa Nostra in Sicilia, la ‘Ndrangheta in Calabria, la Camorra nel napoletano”, ha dichiarato.
Secondo il settimanale Io Donna (del gruppo Corriere della Sera) pubblicato il 7 novembre, in Sicilia esistono più di 900 pale eoliche, alcune alte più di 100 metri, e migliaia stanno per essere costruite “anche dove il vento non ha la forza di farle girare”. Secondo Io Donna questi investimenti rappresentano “il nuovo piano d’affari di Cosa Nostra”, che è diventata l’attrice principale dell’economia verde della Sicilia.
“L’infiltrazione della mafia nel settore eolico esiste”, ha deplorato il presidente di Legambiente per la regione Sicilia, principale associazione italiana per la protezione dell’ambiente. “Bisognerebbe vietare la rivendita dei permessi di costruzione in questo settore. Per ottenere l’autorizzazione di costruire le pale eoliche, bisogna presentare un progetto, cioè avere delle conoscenze tecniche rilevanti. La mafia, che non dispone delle competenze necessarie, è obbligata a ricomprare tali titoli per poter costruire le eoliche. Attualmente, in Sicilia c’è un vero e proprio mercato delle autorizzazioni”.
Fonte: italiadallestero


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