lunedì, novembre 23, 2009

Talpe nei carabinieri...


PALERMO - Sarebbe già stato chiarito il giallo sulla presunta talpa che - secondo una ricostruzione pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica - avrebbe avvisato del blitz imminente i vivandieri del capomafia latitante Domenico Raccuglia, arrestato il giorno successivo dalla polizia a Calatafimi (Trapani).
La telefonata sarebbe partita dal cellulare di un maresciallo dei carabinieri, in servizio alla Legione a Palermo senza compiti operativi, originario di Calatafimi, che aveva conosciuto i coniugi Benedetto Calamusa e Antonia Soresi, poi arrestati per favoreggiamento nei confronti del boss.
La vicenda aveva fatto nascere il sospetto dell'esistenza di una talpa. E' stato lo stesso sottufficiale dell'Arma, in una relazione di servizio che è stata inviata alla Procura, a spiegare di avere trascorso la serata di sabato insieme alla coppia e ad altri conoscenti in un locale del paese. Prima di congedarsi il maresciallo avrebbe lasciato il suo numero, con uno squillo al cellulare di Calamusa, in modo da consentirgli di memorizzarlo.
Il militare era all'oscuro dei rapporti tra i coniugi e Raccuglia. L'utenza del maresciallo, che è privata, solo formalmente risulta riconducibile all'Arma dei carabinieri, in quanto rientra nella convenzione tra una società telefonica e il ministero dell'interno che prevede tariffe agevolate per le forze dell'ordine. In seguito alla telefonata giunta a Calamusa, la squadra mobile avrebbe deciso di anticipare i tempi dell'operazione per paura di quella che poteva apparire come una "segnalazione in codice".
21/11/2009

Fonte: La Sicilia

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