giovedì, dicembre 17, 2009

Ancora una volta l'aiuto di un pentito......

Palermo, 15 dic. - E' in corso dalle prime luci dell'alba tra la Sicilia e il Nord Italia una vasta operazione antimafia condotta dalla Polizia di Stato di Caltanissetta che sta eseguendo 41 ordini di custodia cautelare nei confronti di altrettanti presunti esponenti della cosca mafiosa degli Emmanuello di Gela (Caltanissetta). Gli arresti vengono eseguiti tra l'isola, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria e la Toscana.
Sono stati i 'pizzini' rinvenuti durante l'autopsia nello stomaco del boss mafioso Daniele Emmanuello, ucciso durante l'operazione per la sua cattura nei pressi di Enna, a fare avviare l'indagine 'Compendium'. Emmanuello rimase ucciso nel novembre di due anni fa dopo un conflitto a fuoco con la polizia.
"I 'pizzini' ritrovati - ha spiegato il questore di Caltanissetta Guido Marino - sono serviti ai nostri riscontri. Ma abbiamo avuto anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia". In particolare e' stato il pentito Fortunato Ferracane che ha permesso alla Dda di ricostruire gli affari del clan mafioso nel Nord Italia, soprattutto Parma.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, su richiesta della Dda nissena. Le accuse variano dall'associazione mafiosa finalizzata al controllo illecito degli appalti e dei subappalti, intermediazione abusiva di manodopera, traffico di stupefacenti, ricettazione, estorsione, danneggiamenti, riciclaggio di denaro sporco, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, la cosca degli Emmanuello, avrebbe messo in piedi al Nord una vera e propria 'succursale' della mafia, con base a Parma, che controllava imprese e appalti.
Nell'ambito dell'operazione antimafia 'Compendium' che all'alba di oggi ha portato tra la Sicilia e il Nord Italia, all'arresto di 41 persone, la Squadra mobile di Caltanissetta e gli uomini del Commissariato di Gela hanno anche trovato un arsenale vero e proprio, Tra le armi rinvenute ci sono pistole, fucili e persino esplosivo. Sequestrata anche una colt calibro 45 che, secondo una perizia balistica eseguita dalla Polizia, sarebbe stata usata in due omicidi compiuti a Gela durante la guerra di mafia. In particolare, l'omicidio di Antonio Meroni, nell'89, e quello di Francesco Dammaggio, nel febbraio del 91.
Fonte: Adnkronos

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