sabato, dicembre 05, 2009

Il messaggio più bello...

TORINO - Hanno rinunciato allo studio o al lavoro, prendendosi un giorno di ferie, per seguire il processo a Marcello Dell'Utri, trasferito da Palermo a Torino per motivi di sicurezza. Un "impegno civile" dicono, "per essere testimoni di un processo che potrebbe cambiare l'Italia". La tribuna riservata al pubblico, nella maxiaula 1 del PalaGiustizia di Torino, è tutta esaurita e molti stanno in piedi, nell'aula sotterranea. Sono soprattutto giovani, studenti universitari o militanti di associazioni come Libera e Terra del Fuoco. "Il nostro è un impegno civile", sottolinea Giorgia, 23 anni, studentessa di Scienze Internazionali e "un grande interesse - racconta - per le vicende di questo paese". "Sono qui per questo - spiega - perchè voglio essere informata di persona, senza preoccuparmi di capire se quello che dicono i media è davvero la realtà dei fatti o meno". Accanto a lei siedono Bruno, impiegato bancario di 42 anni e Aldo, 62 anni, ex quadro Fiat in pensione. Seguono il processo in religioso silenzio, seduti nella prima fila della tribunetta riservata al pubblico, con le braccia conserte. È la prima volta, dicono, che assistono a un processo, ma hanno le idee ben chiare sulla vicenda: "Quando un pentito di mafia parla - sostengono - è perché sa che quello che dice verrà preso in seria considerazione".
04/12/2009
Fonte: La Sicilia

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