lunedì, gennaio 25, 2010

Le condanne del processo "Addiopizzo"

Palermo, 22 gen. - Pene per complessivi 141 anni di carcere sono state inflitte a 13 dei 17 imputati del processo denominato 'Addio Pizzo' di Palermo che ha visto alla sbarra boss e gregari del pizzo di San Lorenzo.
La sentenza è stata emessa poco prima della mezzanotte di ieri, dopo quattro giorni di Camera di consiglio, dai giudici della seconda sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Bruno Fasciana, giudici a latere Tanja Hmeljak e Stefania Brambille.
Assolti i due commercianti che avevano negato davanti ai giudici di aver pagato il pizzo a Cosa nostra. Per loro i pm avevano chiesto la pena di due anni ciascuno. Assolti anche altri due imputati per i quali erano stati chiesti rispettivamente 18 e 12 anni di reclusione.
Le pene più pesanti sono state inflitte ai boss mafiosi Salvatore e Sandro Lo Piccolo: 30 anni a testa, quanti chiesti dalla Procura di Palermo alla fine della requisitoria.
I magistrati della Dda che hanno rappresentato l'accusa nel processo, i pm Marcello Viola, Gaetano Paci, Francesco Del Bene e Annamaria Picozzi, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, avevano chiesto oltre due secoli di carcere.
Riconosciuti anche i danni alle associazioni antiracket di Palermo che si erano costituite parti civili: 'Addio Pizzo', da cui prende il nome il processo, 'Sos Impresa', Comune e Provincia di Palermo e altri commercianti che avevano denunciato il pizzo.
La sentenza "è la dimostrazione che il nostro impianto accusatorio ha retto", commenta il pm della Dda di Palermo Marcello Viola. "Il Tribunale ha convalidato con la sentenza di questa notte il materiale probatorio, a partire dai 'pizzini' che avevamo trovato ai Lo Piccolo, padre e figlio". E' lo stesso magistrato a ricordare che già altri cinquanta imputati erano stati condannati l'estate scorsa in un altro stralcio del processo con le stesse accuse.
Presenti alla sentenza anche numerosi parenti degli imputati, che hanno atteso per oltre sei ore la decisione della seconda sezione del Tribunale.
Addiopizzo, il comitato nato alcuni anni fa a Palermo dall'idea di alcuni giovani contro il racket del pizzo, ha intanto fatto sapere che non si costituirà più parte civile nei processi per mafia o per estorsione "se non si costituiranno parte civile anche le persone offese, cioè le vittime del racket e del pizzo''.
Fonte: adnkronos

Nessun commento: