venerdì, gennaio 01, 2010

Sentenza Ciancimino..

Palermo, 30 dic. - Pena ridotta in appello per Massimo Ciancimino condannato dalla quarta sezione della Corte d'Appello di Palermo a tre anni e quattro mesi di reclusione per intestazione fittizia di beni e riciclaggio. E' stato assolto, invece, per la tentata estorsione. I giudici gli hanno concesso le attenuanti generiche. In primo grado Ciancimino junior era stato condannato a cinque anni e otto mesi.
"Appena ho saputo l'esito della sentenza ho pianto. Per me il reato più infamante era la tentata estorsione, invece i giudici mi hanno assolto da questo reato assurdo. E' una storia in cui non c'entro niente", ha detto per telefono all'ADNKRONOS Massimo Ciancimino dalla sua casa di Bologna.
Commentando poi la decisione dei giudici della Corte d'Appello di Palermo di concedergli le attenuanti generiche, Massimo Ciancimino ha sottolineato: "è un riconoscimento alla mia credibilità dimostrata in aula. Io stesso ho chiesto ai giudici di interrogarmi, non mi sono mai trincerato dietro le dichiarazioni spontanee". E poi ha tenuto a sottolineare: "sono due cose separate la sentenza e il lavoro che sto facendo con i magistrati, sono due cose completamente diverse". Negli ultimi mesi il figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, ha reso dichiarazioni ai magistrati sulla presunta trattativa tra lo Stato e Cosa nostra.
I giudici di Palermo hanno deciso una pena ridotta anche per la madre di Massimo Ciancimino, Epifania Scardino, condannata a un anno rispetto alla condanna di un anno e quattro mesi di primo grado. La donna è accusata d'intestazione fittizia di beni. Confermata, invece, la condanna per l'avvocato Giorgio Ghiron a cinque anni e quattro mesi per riciclaggio in concorso. Ridotta di quattro mesi, infine, la condanna a Gianni Lapis, accusato d'intestazione fittizia di beni e condannato a cinque anni.
Nel dispositivo della sentenza dei giudici di Palermo nei confronti di Massimo Ciancimino, è stato disposto anche l'invio alla Procura "per ipotesi di riciclaggio emergente dalla liquidazione della quota di pertinenza di Vito Ciancimino derivante dalla vendita della società del Gas".
Secondo l'accusa Gianni Lapis sarebbe stato l'intestatario fittizio di quote delle società del gruppo Gas e avrebbe versato sul conto svizzero Mignon il ricavato della vendita delle partecipazioni societarie. Da qui, per l'avvocato, l'accusa di riciclaggio in concorso con Ciancimino che avrebbe reinvestito il denaro ricavato dalla cessione.
Fonte: Adnkronos

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