giovedì, settembre 16, 2010

1,5 miliardi di euro sequestrati...

Palermo, 14 set. - Maxi sequestro di beni per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro a un imprenditore in odor di mafia di Alcamo, coinvolto nell'inchiesta sull'eolico. La misura patrimoniale, eseguita all'alba dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo e di Trapani, è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani su proposta del direttore della Dia.
E' Vito Nicastri, 54 anni, arrestato nel novembre del 2009 nell'ambito dell'inchiesta, il destinatario del provvedimento di maxisequestro: è ritenuto dagli inquirenti vicino al boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro. Nicastri era finito in manette a novembre per indebita percezione di contributi pubblici. Il blitz antimafia che aveva portato al suo arresto era scattato al termine di una complessa indagine che aveva portato alla luce un articolato sistema di truffa ai danni dello Stato finalizzato all'indebita percezione di contributi pubblici per la realizzazione di parchi eolici.
In manette erano finite anche altre tre persone: Oreste Vigorito, 63 anni, di Ercolano (Napoli) e presidente del Benevento Calcio; Ferdinando Renzulli, 42 anni, di Avellino; Vincenzo Dongarrà, 46 anni, di Enna. L'accusa era per tutti associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Sequestrati in quell'occasione anche sei impianti siciliani (tra Catania, Siracusa e Palermo) e uno sardo.
Fonte: Adnkronos

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